È stato formalmente incriminato il vicepresidente della Samsung, Lee Jae-yong, arrestato il 17 febbraio con l'accusa di corruzione, storno di fondi, dissimulazione di attivo all'estero e falso giuramento.

Il 48enne, erede del colosso della telefonia sudcoreano, è rimasto coinvolto nello scandalo che ha portato alla destituzione della presidente del Paese, Park Geun-hye, e all'arresto del suo braccio destro Choi Soon-sil.

Lee, in particolare, avrebbe versato o promesso più di 37 milioni di dollari alla Choi affinché il governo sbloccasse operazioni che avrebbero ristrutturato la Samsung e favorito il passaggio dei poteri dal padre, Lee Kun-hee, il fondatore dell'azienda.

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