I resti di 730 ebrei uccisi dai nazisti sono stati scoperti in un cantiere edile di Brest, città della Bielorussia al confine con la Polonia.

Una vera e propria fossa comune in cui si ritiene fossero state gettate almeno mille persone, in gran parte donne, bambini e anziani.

I resti - riporta il quotidiano tedesco Bild - sono rimasti sepolti per ben 76 anni, a un metro e mezzo di profondità.

Gli operai erano al lavoro in un cantiere che doveva diventare un centro residenziale, quando sotto le ruspe hanno trovato ossa e resti. E ora stop ai lavori, per riesumare tutti i corpi.

"Crediamo di trovarne altri. In alcuni casi ci sono scheletri di bambini e scheletri delle madri che li proteggono, e allora si capisce cosa abbiano provato queste persone", afferma Dmitri Kaminsky, che dirige le operazioni di recupero.

Brest era una città dell'Urss nel 1941, quando fu conquistata dai nazisti dopo una settimana di combattimenti. Immediata, dopo la conquista della città, fu la fucilazione di migliaia di ebrei.

(Unioneonline/L)
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