Nel 2018 oltre 200 algerini hanno perso la vita mentre cercavano di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo, anche sulla rotta che porta in Sardegna, una delle più battute per la cosiddetta harraga, ovvero l'emigrazione illegale dei giovani convinti di trovare fortuna oltremare.

Sono i numeri, tragici, forniti oggi dal ministro degli Interni di Algeri, Noureddine Bedoui, nel corso del Forum nazionale sull'immigrazione illegale che si sta svolgendo nella capitale dello Stato nordafricano.

Nel suo intervento, lo stesso ministro è sceso nel dettaglio delle statistiche degli ultimi dodici mesi. Che parlano di 96 dispersi e 119 corpi recuperati. Un bilancio catastrofico, ma che avrebbe potuto essere ancora più pesante, alle luce dei quasi 4.000 tentativi di partenza scoperti, sventati o interrotti dalla Guardia Di fronte alle impietose statistiche, definite una vera e propria "emergenza nazionale", Bedoui ha chiesto alle autorità, agli esperti e alla società civile di lavorare per trovare una soluzione.

Il ministro ha anche fatto il punto sulle contromisure prese dal governo, riferendo che solo lo scorso anno le autorità algerine hanno individuato oltre 200 casi di traffico di esseri umani, che hanno portato all'arresto di 24 persone. A queste se ne devono aggiungere altre 355, attualmente sotto processo.

Il rappresentante del governo si è soffermato poi sulle modalità con cui l'emigrazione clandestina viene organizzata e gestita dai cosiddetti passeurs, ovvero coloro che, a pagamento, approntano i viaggi della speranza.

In questo senso, il ministro ha sottolineato il crescente utilizzo, da parte dei trafficanti, dei social media.

Basti pensare che solo nel 2018 le forze dell'ordine algerine hanno individuato oltre 50 pagine Facebook create apposta per promuovere e gestire l'immigrazione clandestina.

LE REAZIONI - I dati hanno suscitato commenti politici anche in Italia. "Giace da mesi in Commissione Difesa la nostra risoluzione per impiegare le navi della Marina Militare Italiana, in pieno accordo con il Governo algerino, per fermare questa tratta che oggi mostra i suoi lati disumani", dice Salvatore Deidda, deputato sardo di Fratelli d'Italia.

Aggiungendo: "Oltre ai noti problemi della nostra sicurezza nazionale e personale ecco i dati per una tratta che da anni chiediamo di chiudere. Non è servito l'accordo di Minniti e sebbene diminuiti gli sbarchi continuano anche con il Governo attuale. Servono - la chiosa - le navi della Marina Militare per presidiare nel mare aperto questi viaggi e verificare l'esistenza o meno di navi appoggio. Per questo chiederemo di affrontare il tema in Commissione Difesa".

(Unioneonline/l.f.)
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