Il Turkmenistan ha zero casi di Covid ma impone le mascherine "per evitare la polvere"
Lo strano caso del Paese dell'Asia centrale, dove la parola coronavirus è bandita ma da qualche giorno le autorità martellano sulle misure anti-contagio, giustificandole con altri motiviPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Turkmenistan ha problemi di polvere. Dopo aver ignorato gli avvertimenti internazionali per mesi, il regime del Paese dell'Asia centrale, guidato dal presidente Gurbanguly Berdimuhamedov, ha iniziato a prendere provvedimenti contro la diffusione del coronavirus.
Ma lo sta facendo senza ammettere che il problema sia il Covid-19, la parola coronavirus da quelle parti è vietata. Viene raccomandato l'utilizzo delle mascherine "per proteggersi dalla polvere". Sono stati anche cancellati alcuni eventi senza spiegazione, alla gente si consiglia di lavarsi spesso le mani, di stare a distanza di un metro e di evitare "contatti inutili".
L'ammissione non c'è, il cambio di rotta sì. Cosa è successo? Il regime dell'ex Unione sovietica, su 5,6 milioni di cittadini, ha dichiarato zero casi di coronavirus. Strano, visti i dati dei Paesi vicini: 14mila contagi in Uzbekistan, 61mila in Kazakistan, 226mila e 13mila morti in Iran.
Una delegazione dell'Oms è riuscita, dopo diversi tentativi, ad entrare nel Paese per indagare sulla risposta del Turkmenistan alla pandemia. Una missione accolta male da Berdimuhamedov, che non si è neanche fatto trovare.
Tuttavia è servita, perché "casualmente" nei giorni successivi qualcosa si è mosso. E il Paese ha iniziato a prendere provvedimenti contro la diffusione del contagio, pur giustificandoli in altro modo. Il virus è lontano, in Turkmenistan non è arrivato continuano a dire i media di Stato (gli unici esistenti nel Paese), ma bisogna usare le mascherine per proteggersi dalla polvere.
Quanto alla reale situazione sanitaria, non è dato sapere, anche se a quanto riporta il Corriere sembra abbastanza grave. I corrispondenti in Turkmenistan di RadioFreeEurope, media americano con sede a Praga, raccontano che gli ospedali sono pieni di pazienti con sintomi della polmonite. E che molti di loro, compresi diversi medici, sono morti.
(Unioneonline/L)