"Durante la più grave crisi dell'eurozona è stata messa in atto un'austerità avventata, e non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia e con i greci".

Parole e musica di Jean Claude Juncker che, intervenuto in Aula a Strasburgo per la celebrazione dei vent'anni dell'euro, è stato protagonista di un mea culpa sulle politiche di austerity adottate dall'Unione Europea.

"Mi rallegro - ha aggiunto il Presidente della Commissione europea - di constatare che la Grecia, il Portogallo e altri Paesi hanno ritrovato, se non un posto al sole, almeno un posto tra le antiche democrazie europee".

Un'austerità troppo "avventata" dunque, ma "non certo perché volevamo colpire chi lavora o è disoccupato", ha puntualizzato, prima di ricordare che le riforme sono "fondamentali" e che l'euro è stato un "successo".

Dopo Juncker è intervenuto il presidente della Bce Mario Draghi: "Con l'euro gli stati mantengono la sovranità su materie molto rilevanti. E senza la moneta unica la perderebbero perché sarebbero molto più deboli di fronte ai mercati finanziari internazionali", ha sottolineato.

(Unioneonline/L)
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