Una giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo dell'Afghanistan, Mahjubin Hakimi, sarebbe stata decapitata dai talebani a Kabul. A denunciarlo al Persian Independent è una sua allenatrice, identificata per ragioni di sicurezza con lo pseudonimo di Suraya Afzali. La ragazza, secondo la donna, sarebbe stata assassinata a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie. 

La pallavolista, prima dell'arrivo al potere dei talebani, giocava per la squadra comunale della capitale afghana e per la nazionale giovanile del Paese.

Soltanto due giocatrici della nazionale, ha spiegato l'allenatrice, sono riuscite a scappare all'estero, mentre tutte le altre "sono state costrette a fuggire e nascondersi" e i tentativi di trovare "aiuto da organizzazioni e Paesi internazionali non hanno avuto successo".

Nelle scorse settimane, una trentina di atlete della nazionale di volley dell'Afghanistan avevano già raccontato di temere violenze e rappresaglie da parte dei talebani per la loro attività sportiva, chiedendo alla comunità internazionale un aiuto per lasciare il Paese.

Secondo quanto riferito all'agenzia Dire da Matiullah Shirzad, direttore di Aamaj News, una testata con corrispondenti nelle 34 province dell'Afghanistan, i familiari della ragazza avrebbero però affermato che Hakimi è morta in circostanze da chiarire prima dell'ingresso dei talebani a Kabul e della loro presa del potere, avvenuta il 15 agosto. Stando a questa ricostruzione, "sicuramente" la giovane non è stata uccisa dai miliziani.

A confermarlo sarebbe un documento che stabilisce che il decesso della giovane è avvenuto il 22 del mese di Mordad dell'anno 1400 nel calendario persiano, equivalente al 13 agosto 2021.

"Mahjabin, come tantissime altre ragazze in Italia e nel Mondo, coltivava la sua passione per la Pallavolo nel Kabul Municipality Volleyball Club, ma rispetto ad altre compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l'Afghanistan - ricorda in una nota la Federvolley – Sembra impossibile che nel 2021 qualcuno venga ucciso soltanto perché giochi a pallavolo o, ancora peggio, perché voglia inseguire i propri sogni. Invece è un'orrenda realtà”.

"Tutta la grande comunità del volley – prosegue la federazione italiana – oggi è in lutto. Mahjabin, dovunque tu sia, ci piace pensarti con un pallone in mano, finalmente libera di poter giocare a pallavolo".

(Unioneonline/v.l.)

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