I razzi, le esplosioni, i 4 sassarini feriti: cosa è accaduto nella base Unifil in Libano
Raid di Hezbollah a Shama: paura e danni. La missione Onu: «Nessuno dei soldati coinvolti è in pericolo di vita»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Preoccupazione e massima allerta per i soldati italiani dislocati in Libano nell’ambito della missione Unifil, dopo il ferimento di quattro militari della Brigata Sassari, di stanza nella base di Shama.
I quattro sarebbero rimasti leggermente feriti a seguito dell'esplosione di due razzi, che hanno colpito un bunker della base e un altro locale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell'esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari.
Di seguito il comunicato ufficiale diffuso proprio dai vertici della missione in seguito ai raid:
«Oggi, due razzi da 122 mm hanno colpito il quartier generale Sector West a Shama, ferendo quattro peacekeeper italiani che ora stanno ricevendo cure presso l'ospedale della base. Fortunatamente, nessuno dei feriti è in pericolo di vita.
I razzi, probabilmente lanciati da Hezbollah o gruppi affiliati, hanno colpito un bunker e un'area logistica utilizzata dalla polizia militare internazionale, causando danni significativi alle infrastrutture vicine. Una delle strutture colpite ha preso fuoco, ma l'incendio è stato rapidamente spento dal personale della base.
Questo è il terzo attacco a questa base UNIFIL a Shama in una settimana. L'attacco di oggi avviene in mezzo a pesanti bombardamenti e scaramucce a terra nelle aree di Shama e Naqoura negli ultimi giorni, aumentando le tensioni nella regione.
UNIFIL esorta vivamente le parti in conflitto a evitare di combattere vicino alle sue posizioni. L'inviolabilità dei locali e del personale delle Nazioni Unite deve essere rispettata in ogni momento.
Qualsiasi attacco contro i peacekeeper costituisce una grave violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Gli attacchi deliberati o accidentali ai peacekeeper in servizio nel Libano meridionale – conclude la nota Unifil – devono cessare immediatamente per garantire la loro sicurezza e rispettare il diritto internazionale».
(Unioneonline/l.f.)