Guerra a Gaza, Netanyahu deciderà in settimana: «L'Idf si adeguerà alle scelte»
Alta tensione con il capo dell’esercito: in gioco i piani per la prosecuzione del conflitto, tra cui l’ipotesi di occupare la StrisciaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Martedì pomeriggio una breve nota dell’ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha sintetizzato l’esito della riunione ristretta convocata per discutere i piani sulla prosecuzione dell’offensiva militare a Gaza: «L’Idf è pronta ad attuare qualsiasi decisione sarà presa dal gabinetto di sicurezza politico-militare». Poco dopo, i media israeliani hanno diffuso indiscrezioni secondo cui il primo ministro intende sottoporre al governo, probabilmente giovedì alle 18, la proposta di occupare interamente la Striscia di Gaza.
L'ordine «del primo ministro è di conquistare i campi centrali della Striscia e Gaza City», vale a dire proprio quelle aree dove l'intelligence militare ritiene che siano tenuti gli ostaggi, di cui solo 20 su 50 sarebbero ancora in vita. Zone dove finora l'esercito non ha mai colpito per non mettere in ulteriore pericolo la vita dei rapiti. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir - svela Ynet - «ha esposto diverse alternative e si è espresso contro l'opzione della conquista totale della Striscia, ma ha chiarito, sullo sfondo dello scontro con Netanyahu, che eseguirà qualsiasi decisione presa dai vertici politici». Durante l'incontro preliminare con il capo del governo, Zamir ha chiarito di «non aver minacciato di dimettersi». Ora, il primo ministro dovrà spiegare all'opinione pubblica perché sta agendo in contrasto con le valutazioni dell'Idf. Il suo messaggio a Israele, dicono gli analisti, potrebbe basarsi sui video shock dei rapiti Rom Breslavsky ed Evyatar David, ridotti pelle e ossa.
Sulla questione martedì sera si è tenuta una sessione speciale urgente al Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York, con l'intervento del ministro Gideon Sa'ar e da remoto del fratello di David. In mattinata lo scontro istituzionale in atto, anche all'interno dello stesso governo, è stato colto nello scambio di post tra due ministri "forti” dell'esecutivo. «Il capo di stato maggiore è tenuto a dichiarare che rispetterà le direttive del livello politico, anche se si decidesse di procedere alla conquista di Gaza», ha scritto su X Itamar Ben Gvir, ministro-colono, in pressing sul premier per la cattura totale di Gaza. Poco dopo Gideon Sa'ar, favorevole invece a un accordo con Hamas e contrario alla continuazione della guerra, ha risposto: «Il capo dell'Idf è tenuto a esprimere la sua opinione alla classe politica. Non è tenuto alla subordinazione alle decisioni del governo».
Da parte sua il capo di Tzahal ha preferito i fatti alle dichiarazioni: nella tarda serata di lunedì ha cancellato lo stato d'emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre, che prevedeva l'estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Che sul campo si traduce con diversi battaglioni in meno e con la presa d'atto che l'operazione "Carri di Gedeone” è finita e i soldati devono riposare. Intanto, diverse fonti riferiscono che la riunione ristretta, durata tre ore, a cui hanno preso parte solo il premier, il capo dell'Idf, e i ministri Israel Katz (Difesa) e Ron Dermer (consigliere di Bibi e capo negoziatore) si è conclusa «con divergenze di opinioni tra la parte politica e il capo dell'esercito».
(Unioneonline)