Greta Thunberg, sostenitrice di Joe Biden ai tempi della corsa alla Casa Bianca, chiede il conto: nei primi due mesi, ha denunciato, il nuovo presidente degli Stati Uniti "non ha fatto abbastanza" sul clima. Per la giovane attivista non è abbastanza il fatto che Biden abbia riportato gli Usa nell'accordo di Parigi, nominato uno zar del clima (John Kerry) e varato una serie di decreti mirati ad abbassare la temperatura globale di almeno 1,5-2 gradi centigradi.

Per la diciottenne è troppo poco se si vuole imprimere subito una svolta: "Non basta dire 'ci impegniamo'. La crisi legata ai cambiamenti climatici - ha affermato in una intervista rilasciata alla rete televisiva Msnbc - va trattata proprio come una vera e propria crisi, una crisi esistenziale. Invece non lo stanno facendo, continuano a trattarla come se fosse una questione politica, una tra le tante".

Lo ammette lo stesso John Kerry che da inviato speciale Usa per il clima è impegnato in un tour nelle capitali europee. A Bruxelles ha incontrato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, l'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, e il vicepresidente della Commissione responsabile per il Green Deal, Frans Timmermans. La sfida con l'Europa, il suo messaggio, è fare del 2020-2030 "il decennio dell'azione", coordinando e allineando le misure tra le due sponde dell'Atlantico: "Possiamo fare di più". Solo così si potrà cogliere "la più grande opportunità dalla rivoluzione industriale ad oggi".

Kerry ha quindi ribadito come tra gli obiettivi fissati dalla nuova amministrazione statunitense ci siano quello di un'economia a emissioni zero entro il 2050 e quello di un settore elettrico libero dalle emissioni inquinanti entro il 2035. Ma un piano più dettagliato sarà pronto per il prossimo 22 aprile quando, in occasione della giornata della Terra, Biden ospiterà un summit globale sul clima proprio per rilanciare l'accordo di Parigi.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata