Il presidente degli Stati Uniti minaccia di tagliare gli oltre 300 milioni di dollari di fondi annui ai palestinesi dopo le proteste scatenate dalla sua decisione di riconoscere Gerusalemme capitale d'Israele.

"Non c'è solo il Pakistan tra i Paesi a cui paghiamo milioni di dollari per niente - ha twittato Trump -. Per esempio, paghiamo ai palestinesi centinaia di milioni di dollari l'anno e non otteniamo nessun segno di rispetto. Non vogliono neanche negoziare il trattato di pace atteso da tempo con Israele. Abbiamo levato dal tavolo Gerusalemme, la parte più difficile del negoziato. Ma con i palestinesi che non vogliono più parlare di pace, perché dovremmo dare loro questi massicci pagamenti?".

Anche l'ambasciatore americano all'Onu, Nikki Haley, ha rincarato la dose dichiarando che toglierà i fondi all'Unwra, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

"Penso che il presidente abbia fondamentalmente detto che non vuole dare nessun ulteriore aiuto fino a quando i palestinesi non torneranno al tavolo dei negoziati - ha affermato - cerchiamo di far avanzare il processo di pace, ma se questo non accade non continueremo a finanziare questa situazione".

UCCISO UN 17ENNE - Intanto continuano gli scontri in Cisgiordania: un 17enne palestinese, Musab Firas al-Tamini, è stato ucciso a colpi di pistola da due soldati israeliani nel villaggio di Deir Nizam. Sono 14 i palestinesi morti da quando Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele.

(Unioneonline/D-L)

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LA RISPOSTA DEI PALESTINESI: "NON SIAMO IN VENDITA"

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