Nel Regno Unito che ha raggiunto l'80% degli over 16 vaccinati con 2 dosi e quasi il 90% con una, arriva un freno per gli under 16 dagli esperti del comitato medico-scientifico britannico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson.

Nonostante la somministrazione dei vaccini ai bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni sia già stata autorizzata dalle agenzie del farmaco, secondo l'organismo il rapporto fra rischi e benefici per questa fascia d'età non suggerisce il via libera per “semplice” cautela sanitaria generale.

Secondo la raccomandazione formalizzata oggi dal Jcvi (Joint Committee on Vaccination and Immunization) all'esecutivo di Londra, la somministrazione dei vaccini in due dosi andrà garantita, sotto i 16 anni e sopra i 12, solo a circa 200.000 fra ragazzi e bambini residenti nel Regno classificati come vulnerabili e a maggior rischio di contagio da Covid a causa di altre patologie pregresse: in particolare con diagnosi di disfunzioni croniche al cuore, malattie polmonari o del fegato.

Per i bambini sani, se è vero che i rischi di effetti collaterali sono rarissimi, è anche vera "l'insufficienza di evidenze" sperimentali sul vantaggio che il vaccino potrebbe offrire loro, dato il limitato impatto del coronavirus, specialmente in forma grave, su questa fascia d'età.

Intanto nel Regno Unito risalgono a 42.076 (circa 2.500 più di ieri e per la prima volta oltre quota 40.000 dal 19 luglio) i contagi giornalieri Covid alimentati dalla variante Delta, sebbene su un numero quotidiano di test incrementato da uno a 1,15 milioni. Il bilancio dei morti torna a scendere (a 121, contro 178 di ieri) e il totale dei ricoveri si stabilizza attorno a quota 7.500: un impatto nettamente inferiore rispetto a quello delle ondate pre vaccini.

(Unioneonline/D)

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