Alta tensione tra Bielorussia e Unione europea, ai ferri corti per le migliaia di migranti che stazionano, in condizioni precarie e disperate, nella zona di Grodno, al confine tra la stessa Bielorussia e la Polonia. 

Il regime di Aleksandr Lukashenko preme infatti affinché la Polonia – e dunque l’Ue – aprano la frontiera, permettendo ai migranti di passare. Ma Varsavia al momento impedisce il transito e, anzi, ha piazzato filo spinato e soldati armati per presidiare il confine, mentre Bruxelles ha annunciato nuove sanzioni nei confronti della Bielorussia, accusata di usare i migranti “come munizioni” contro l’Ue. 

Una crisi su cui in queste ore è intervenuto lo stesso Lukashenko, arrivato a minacciare addirittura di bloccare il transito del gas russo verso un'Europa. "Forniamo calore all'Ue e loro minacciano di chiudere la frontiera. E se interrompessimo l'erogazione di gas naturale lì?", ha ipotizzato in tono di sfida il presidente bielorusso, riferendosi al gasdotto Yamal-Europe che porta il combustibile in Polonia e Germania.

Pronta la replica di Bruxelles, che tramite il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha avvisato Minsk: “Non ci facciamo intimidire”.

E proprio al culmine delle tensioni tra Ue e Bielorussia, arriva la notizia – lanciata come indiscrezione dell’agenzia Bloomberg – dell’allerta diramato dagli Stati Uniti agli alleati dell'Ue, relativo a una nuova, possibile invasione dell'Ucraina da parte della Russia, per molti “madrina” dell’atteggiamento anti-Ue di Minsk. 

Secondo le fonti citate da Bloomberg Washington sta monitorando l'aumento delle forze russe vicino al confine con l'Ucraina e i movimenti di truppe farebbero appunto sospettare la volontà di superare il confine, come già accaduto nel 2014.

Mosca, inoltre, ha inviato due bombardieri Tupolev Tu-160 proprio in Bielorussia, ufficialmente per eseguire “una serie di compiti di addestramento nel poligono di Ruzhansky”.

Una situazione esplosiva di cui si sta anche occupando il Consiglio di sicurezza dell’Onu, per trovare soluzioni che portino a una de-escalation della crisi, mentre il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel chiedendo che Bruxelles “riapra al dialogo” con il governo di Minsk. 

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(Unioneonline/l.f.)

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