I genitori di Charlie Gard hanno rinunciato alla possibilità di trasferire il figlio negli Usa e, di fatto, a tenerlo in vita.

Lo hanno annunciato loro stessi: "Non c'è più tempo, ormai è troppo tardi".

Per Connie Yates e Chris Gard il bambino, ricoverato per una grave malattia genetica a Londra, poteva avere una nuova speranza di sopravvivenza se sottoposto a una cura sperimentale negli Usa. "Merita di avere una possibilità", avevano detto.

Ne era seguita una battaglia legale culminata con le visite al piccolo di un team di medici specializzati e con una serie di udienze all'Alta Corte di Londra.

Ed è qui che i Gard hanno sventolato bandiera bianca, ritirando la richiesta di spostare il bimbo in una struttura americana.

Intanto i medici dell'ospedale difendono la loro scelta, quella che aveva portato alla decisione, poi confermata, di staccare la spina al bimbo. Ma ricordano che questo è un momento di riflessione, anche per la mamma e il papà di Charlie, perché "sono stati portati a credere che il trattamento avrebbe dato una chance al piccolo" di tornare come era "prima che gli effetti della sua malattia diventassero evidenti".

Oggi il direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, ha spiegato che anche Papa Francesco "sta pregando per Charlie e per i suoi genitori", e si sente "particolarmente vicino a loro in questo momento di immensa sofferenza".

(Redazione Online/D)

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