Ancora interlocuzioni fra Italia e Ungheria per il caso di Ilaria Salis, l’insegnante di origine sarda che da quasi un anno si trova in carcere a Budapest.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato di aver parlato con il suo omologo ungherese: «Abbiamo riscontrato una disposizione ad ascoltarci, stanno facendo tutte le verifiche che abbiamo chiesto sulla tutela della detenuta», ha detto Tajani in un’intervista al Corriere della Sera.

«Noi siamo stati colpiti dal modo in cui la signora Salis è stata tradotta in tribunale - ha aggiunto -. Seguiremo il caso con il rispetto dovuto alle procedure della giustizia ungherese, ma sosterremo con attenzione e continuità la famiglia e gli avvocati».

E alla domanda su cosa pensi delle parole di Salvini, che ha detto che la 39enne non può più fare l'insegnante, il ministro ha risposto: «È una sua valutazione, io sono un garantista e sino a quando non viene condannata, per me Salis è una cittadina imputata, ma ancora innocente come tutti gli altri. Io non prendo posizioni politiche. Anche perché rischierei di danneggiare il detenuto. Quando si negozia il silenzio è d'oro».

(Unioneonline/s.s.)

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