“Bloquons tout”, scatta la protesta che punta a mettere in ginocchio la Francia: tensioni alla Gare du Nord
Gli agenti sventano la tentata intrusione nello snodo centrale del sistema ferroviario. Caos a Parigi ma non solo: centinaia di fermiCaos a Parigi nel pieno dell’attesa e temuta protesta di piazza autobattezzata "Bloquons tout", blocchiamo tutto, che si prefigge di mettere in ginocchio il Paese come ai tempi dei gilet gialli.
Tensioni tra poliziotti e manifestanti si sono registrate intorno alla Gare du Nord, una delle principali stazioni ferroviarie di Parigi, snodo cruciale del sistema ferroviario del Paese. Manifestanti vestiti di nero in stile black bloc, con maschere e passamontagna, sono stati respinti da un impressionante schieramento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Secondo le autorità d'Oltralpe, gli agenti hanno sventato un tentativo di intrusione di un gruppo di manifestanti all'interno della stazione, dispersi dai gas lacrimogeni. Durante le proteste anche slogan scanditi in italiano, "Siamo tutti antifascisti”.
Non solo Parigi: proteste con incidenti e tafferugli fra manifestanti e polizia sono stati segnalati in diverse città, come riferito dal ministro francese dell'Interno, Bruno Retailleau. Per Retailleau, ai fermi, si sono aggiunte «una cinquantina di azioni di sblocco» da parte delle forze dell'ordine. Circa 130 fermi sono scattati a Parigi e nel suo hinterland, ha precisato la prefettura di zona. Nella capitale, interventi della polizia con lancio di lacrimogeni davanti ad alcuni licei, già diventati i punti più caldi della protesta. Scontri e biciclette in fiamme sono segnalati a place de la Nation. Auto incendiate e tafferugli tra agenti e manifestanti a Rennes, Nantes, Lione e Tolosa. Per Retailleaul, «la protesta non ha nulla di una protesta civica. È stata snaturata, accaparrata e confiscata dall'estrema e dall'ultra sinistra».
Il tutto mentre il Paese è entrato di nuovo in crisi politica, con il premier François Bayrou sfiduciato dal Parlamento e il presidente Emmanuel Macron che – anche a fronte delle preannunciate manifestazioni – ha nominato in fretta e furia a capo del governo il suo fedelissimo Sebastien Lecornu.
Cos’è il movimento "Bloquons tout"
Il movimento del "Bloquons tout", blocchiamo tutto, è nato sui social ed è dilagato nella società civile, nei partiti della sinistra, e in parte nel sindacato scavalcato dall'iniziativa popolare. Rabbia sociale, anarchismo, estrema sinistra, malcontento generalizzato, il tutto condito da un “antimacronismo” ormai dilagante in Francia: questi gli elementi del nuovo movimento di protesta che si iscrive nella scia degli "indignati" di qualche anno fa, ma con una connotazione piuttosto incontrollabile, che ha finito per preoccupare le autorità francesi.
Il ministro Retailleau afferma di «non credere a movimenti di grande ampiezza», pur stimando che con lo stop di treni e metropolitane, blocchi stradali, agitazioni nel settore pubblico e aerei a terra, si rischia di assistere ad «azioni spettacolari». I prefetti francesi sono stati messi in allerta e Retailleau li ha avvertiti di «agire con la massima fermezza. Non esiste che siti strategici o infrastrutture essenziali alla vita del paese, possano essere bloccati».
Il mito attorno al quale si è strutturato il movimento di protesta è quello dello sciopero generale, anche se l'idea di "bloccare tutto" è nata all'estrema destra. Poi, da TikTok a Telegram, è stata assorbita dalla sinistra più radicale. Che ne ha fatto uno slogan coinvolgente soprattutto fra i giovani. Scavalcata e sorpresa dallo spontaneismo del nuovo slogan vincente, la sinistra politica - partiti e sindacati - ha rincorso nelle ultime settimane il movimento e alcune sigle si sono mobilitate. Rinviando però ad una più tradizionale "giornata di protesta" per il 18 settembre.
(Unioneonline/D)