Non ci sono le condizioni per continuare il procedimento.

La Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha accolto la richiesta di Silvio Berlusconi e deciso di non decidere sul ricorso del leader di Forza Italia contro la legge Severino, che dopo la condanna per frode fiscale lo ha estromesso dal Senato e dal diritto di voto passivo rendendolo in pratica incandidabile alle elezioni del 2018.

Secondo Berlusconi l'applicazione nei suoi confronti di quella legge aveva violato alcuni articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. L'ex Cav però è stato riabilitato l'11 maggio scorso e ha chiesto dunque di ritirare il ricorso.

Perciò "tenendo conto di tutti i fatti del caso e in particolare della riabilitazione del richiedente l'11 maggio 2018 - si legge nella sentenza pubblicata sul sito della Corte - così come del suo desiderio di ritirare la denuncia" la Corte non ritiene che "ci siano circostanze speciali connesse al rispetto dei diritti umani" tali da richiedere di continuare l'esame del ricorso.

Il tribunale si è pronunciato dopo oltre cinque anni: "Un colossale ritardo - ha detto il senatore di Fi Francesco Giro -, che ha causato l'impossibilità a candidarsi nel 2018 con un danno incalcolabile alle sorti elettorali di Forza Italia e alle regole di un democratico confronto fra i partiti".

(Unioneonline/D)
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