Alla fine Maria Ovsyannikova, la giornalista che ieri ha fatto irruzione nel corso del seguitissimo telegiornale della tv di Stato russa con un cartello in mano per protestare contro la guerra in Ucraina, se l’è cavata con una multa ed è stata rilasciata. 

Lo fa sapere il Tribunale dopo ore d’angoscia e ripetuti appelli. In seguito al fermo di lei si erano perse le tracce, tanto che Dmitry Zakhvatov, il suo avvocato, aveva denunciato ai media Usa: “Non riusciamo più a trovarla”.

Poi, dopo ore di buio, la giornalista è ricomparsa, in una foto diffusa dalla Bbc che la mostra in tribunale.

Anche l’Onu era intervenuta per chiedere alle autorità russe di non punirla per aver esercitato il suo diritto alla libertà di parola. Ravina Shamdasani, portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani, aveva chiesto che le autorità garantiscano che la donna "non subisca rappresaglie".

IL BLITZ – "No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, qui vi stanno raccontando bugie”, era la scritta sul cartello che Ovsyannikova è riuscita a esporre per una manciata di secondi prima che venisse portata via.

La donna è stata immediatamente arrestata e rinchiusa nel dipartimento di polizia di Ostankino, a Mosca. Sapeva che sarebbe successo, visto che in questo momento in Russia arrestano persino chi espone in piazza un foglio bianco. E così, poco dopo il fermo, era stato diffuso online un video preregistrato nel quale Ovsyannikova attaccava ancora più duramente il regime di Putin: “In Russia sono stati tutti zombificati. Ciò che sta succedendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l'aggressore. La responsabilità di questa aggressione è di una persona sola e questa persona è Vladimir Putin".

"Mio padre è ucraino e mia madre è russa e non sono mai stati nemici – spiegava ancora -. Purtroppo ho lavorato al Canale Uno negli ultimi anni e ho lavorato alla propaganda del Cremlino. E ora mi vergogno molto. Scendete in strada, non abbiate paura. Non possono incarcerarci tutti".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata