Uno degli arrestati per l'attentato di giovedì scorso a Barcellona ha confermato: il leader della cellula che ha attaccato la Rambla è l'imam di Ripoll, Abdelaki Es Satty, e l'obiettivo era colpire la Sagrada Familia con dell'esplosivo.

Nel covo di Alcanar, come ha fatto sapere il giudice che si occupa delle indagini, oltre a 120 bombole di gas, sono stati trovati anche un documento dell'Isis e un biglietto aereo per Bruxelles, così ha fatto sapere il giudice che si occupa delle indagini.

Intanto è stato scarcerato, pur essendo accusato di omicidio con finalità terroristica, uno dei quattro uomini arrestati in seguito all'attentato.

E si indaga anche in Francia, come confermato dal ministro dell'Interno transalpino Gérard Collomb: i terroristi prima dell'attacco avevano fatto un viaggio "estremamente rapido" a Parigi, e l'Audi usata per tentare di colpire a Cambril era in Francia una settimana prima dell'attentato.

ARRESTI IN MAROCCO - Le autorità marocchine hanno arrestato due persone sospettate di legami con la cellula che ha colpito la Rambla. Il primo è un 28enne arrestato a Nador, ha vissuto 12 anni a Barcellona. Il secondo sospetto invece è stato arrestato a Oujda: ha vissuto a Ripoll, la località in cui vivevano quasi tutti gli appartenenti alla cellula.

LA FUGA DI YOUUNES - Abouyaaqoub, il giovane che si è lanciato con il furgone sulla Rambla, ucciso due giorni fa a Soubirat, avrebbe fatto 34 chilometri a piedi da solo per sfuggire alle ricerche e ai posti di blocco della polizia. Camminava di notte e dormiva di giorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti iberici.

I FERITI - A sei giorni dall'attentato sono ancora 43 i feriti ricoverati, 7 dei quali sono considerati in condizioni critiche.

(Redazione Online/L)

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