Grafton Thomas, il 37enne afroamericano che armato di machete ha ferito cinque persone in casa di un rabbino a Monsey, vicino New York, "non è un terrorista ma è un malato di mente che, come molti altri, non è aiutato dal sistema".

Lo ha dichiarato il reverendo Wendy Paige, che conosce Thomas da dieci anni.

Con il viso coperto in parte con una sciarpa, l'uomo - già noto alle forze dell'ordine - ha fatto irruzione nell'abitazione, seminando il panico per la settima giornata delle celebrazioni della festività ebraica di Channukah. Poi è riuscito a scappare ma è stato fermato e arrestato.

"Non è una persona violenta, è una persona confusa", ha aggiunto Paige, mettendo in evidenza che l'uomo ha problemi mentali da 20 anni ed è entrato e uscito da molti centri dove ha ricevuto trattamenti.

"L'attacco antisemita a Monsey nella settima notte di Hanukkah è raccapricciante. Dobbiamo unirci tutti per combattere, affrontare e sradicare la piaga malvagia dell'antisemitismo", ha dichiarato ieri il presidente americano, Donald Trump.

Parole di sdegno anche da parte del governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, definendo il gesto un "atto di terrorismo interno", "spregevole e codardo".

"Stanno provando a imporre la paura. Sono motivati dall'odio. Voglio essere chiaro: l'antisemitismo e l'intolleranza sono ripugnanti e abbiamo assolutamente tolleranza zero per tali atti di odio", ha concluso Cuomo.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata