Le speranze per l'estensione della tregua a Gaza si sono infrante alla scadenza dell'accordo tra le parti, nelle prime ore del mattino. E dopo una settimana di cessate il fuoco Israele e Hamas hanno ripreso le ostilità, accusandosi a vicenda di aver rotto i patti.

Raid, lanci di razzi dalla Striscia e dal Libano, oltre 170 vittime palestinesi e circa 600 feriti: la guerra si è ripresa la scena, oscurando le immagini di gioia che avevano accompagnato il prolungato scambio di prigionieri. Le operazioni militari israeliane si sono estese nel sud di Gaza, soprattutto a Khan Yunis, tanto che ai civili è stato chiesto di spostarsi verso Rafah.

Mentre proseguono le trattative per gli ostaggi ancora in mano ad Hamas, risuonano le parole di Benjamin Netanyahu, che promette: «Andremo avanti sino alla distruzione totale di Hamas».

In territorio israeliano l'Iron Dome si è attivato per intercettare la raffica di razzi lanciati dalla Striscia (oltre 50 soltanto nel sud), mentre le sirene d'allarme hanno risuonato il tutto il Paese. L'esercito dello Stato ebraico, invece, ha condotto estese operazioni per terra, mare e cielo, spingendosi nella parte meridionale di Gaza, a Khan Younis, dove sono sfollate migliaia di persone arrivate dal nord. E per rendere chiaro alla popolazione che il baricentro dell'attacco si è spostato, ha lanciato volantini chiedendo ai civili di abbandonare l'area e di spingersi verso la frontiera con l'Egitto.

Anche il fronte con Libano è tornato ad infiammarsi, con la ripresa degli scambi di fuoco al confine con Hezbollah.

LO SCAMBIO DI ACCUSE

Poco dopo le sei, l'ultima ora di tregua concordata, l'esercito israeliano ha annunciato che Hamas aveva «violato la pausa operativa» lanciando razzi, ed in risposta è ripartita l'offensiva. Opposta la versione della fazione palestinese, secondo cui il nemico avrebbe rifiutato tutte le offerte per un ulteriore rilascio di ostaggi, avendo già deciso di tornare a bombardare.

GLI OSTAGGI

Sono 137 gli israeliani ancora nelle mani di Hamas, secondo il governo, che ha tenuto nell'elenco anche il piccolo Kfir Bibas di 10 mesi, il più giovane dei rapiti, suo fratello Ariel di 4 anni e la loro madre Shiri, in attesa di conferme che siano rimasti uccisi. 

Egitto, Qatar, Usa e Russia insistono per un’estensione della tregua, i negoziati odierni sono falliti ma si prosegue a oltranza. Secondo Israele «dopo alcuni giorni di combattimento Hamas sarà di nuovo disponibile alla liberazione di altri ostaggi», ha spiegato una fonte politica ai media, aprendo ad un giorno in più di pausa in cambio di 10 donne.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata