Ucciso dalla madre che poi si è tolta la vita. 

E’ questa la tesi cui propende la procura di Patti sulla tragedia di Caronia: l’8 agosto scorso, nelle campagne del paesino nel Messinese, una donna di 41 anni, Viviana Parisi, è stata trovata morta pochi giorni prima del figlio Gioele di 4 anni.

Secondo il pm Gioele sarebbe morto per un "gesto volontario" della madre che ha poi "deposto il suo corpo e si è allontanata alla ricerca del primo luogo 'utile' che le permettesse, in qualche modo, di porre fine alla sua vita". C'è anche l’ipotesi che il bambino sia morto per cause accidentali (mentre sul suicidio nessun dubbio) ma molto più remota.

"In ogni caso ed in definitiva - aggiunge la procura - l'ipotesi dell'infanticidio commesso da Viviana, alla luce dell'indubbio carattere residuale dell'altro scenario (morte di Gioele causata da una lesione interna, da un colpo di calore, per sete, etc.), continua a rimanere la tesi più probabile e fondata".

Secondo la ricostruzione della Procura, "la donna si è 'rifugiata' nel bosco di Pizzo Turda perché riteneva di dover scappare da inesistenti aggressori o perché temeva che il marito potesse toglierle la potestà genitoriale". Per il pm, alla luce di dati complessivi, "due scenari appaiono plausibili, in sintonia con quanto sostenuto in sede di autopsia psicologica". Secondo la prima tesi Viviana, “una volta rifugiatasi all'interno del bosco di Pizzo Turda con Gioele, ha constatato come il bambino fosse deceduto e dunque, convinta di avere causato con la sua condotta irrazionale tale situazione, in preda a un'insopportabile angoscia, si è tolta la vita".

"Non si può escludere a priori, invece - ricostruisce la Procura di Patti - che Gioele, durante il suo vagare per le campagne assieme alla madre, abbia subito un incidente di tipo traumatico (come una caduta accidentale), che abbia comportato una possibile lesione ad un organo interno, tale da determinarne, poco tempo dopo, il decesso; né si può escludere che Gioele possa aver subito un arresto cardio-circolatorio semplicemente dovuto ad affaticamento eccessivo, stress emotivo, colpo di calore, sete".

"Un altro scenario o ricostruzione, però - sottolinea la Procura - appare ugualmente possibile: Viviana, una volta giunta nel bosco Pizzo Turda insieme a Gioele, ha commesso un figlicidio di tipo psicotico o altruistico, ponendo fine alla stessa alla vita del figlio mediante strangolamento o soffocamento". Per il Pm è "sintomatico il fatto che l'unico materiale rinvenuto sotto le unghie delle mani di Viviana (indice, medio ed anulare) sia stato proprio il profilo genetico di Gioele". Quest'ultima tesi "continua a rimanere quella più probabile e fondata" per la Procura di Patti che, all'esito delle complesse indagini tecniche, ha emesso il nulla osta al seppellimento dei corpi.

(Unioneonline/D)

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