Non doveva succedere”.

Sono queste le prime, poche parole di Alessandro Maja, l’uomo di 57 anni arrestato per la strage nella villetta di famiglia a Samarate (Varese).

L’uomo ha ucciso a martellate la moglie Stefania e la figlia Giulia di 16 anni, e ha gravemente ferito il figlio maggiore Nicolò di 23 anni.

Non mi capacito di come sia potuta accadere una cosa del genere, non doveva succedere”, ha riferito al suo avvocato di fiducia Enrico Milani dal letto del reparto di psichiatria dell’ospedale di Monza dove è ricoverato e piantonato.

L’uomo, ha spiegato il legale, resta sedato e si sta sottoponendo a una serie di accertamenti psichici. Ha passato nel carcere di Monza solo 24 ore, prima di essere portato in ospedale: “I medici hanno ritenuto che le sue condizioni non siano compatibili con la detenzione”, aveva riferito l’avvocato.

“Non è stato possibile avere con Maja un colloquio compiuto, date le sue condizioni”, ha ancora spiegato Milani. L’uomo “non ha tentato di farsi del male in carcere, anche perché appena arrivato è stato immediatamente dichiarato incompatibile con la detenzione”. Quanto all'interrogatorio, “sarà fissato solo quando Maja sarà dichiarato idoneo dai medici”.

(Unioneonline/L)

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