"Dede era steso in strada alla fine degli incidenti, poi è stato travolto da un'auto, forse due".

Così Marco Piovella, il capo ultrà dell'Inter arrestato due giorni fa nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti il 26 dicembre a Milano prima della partita tra la squadra nerazzurra e il Napoli. "Il Rosso" ha parlato durante l'interrogatorio di oggi pomeriggio, senza però scendere nel dettaglio dell'agguato, ma concentrandosi sul rapporto che aveva con la vittima e sull'investimento.

Durante quello che è stato definito un vero e proprio "agguato" ai tifosi partenopei, è stato investito e ucciso il 39enne Daniele Belardinelli e sono state accoltellate quattro persone.

Piovella - fondatore dei "Boys San", soprannominato il "Rosso" - è finito in manette dopo che uno dei tre ultrà arrestati in precedenza, Luca Da Ros, lo aveva accusato di essere la "mente organizzativa" delle violenze avvenute in via Novara.

Oltre a Da Ros, si trovano in carcere anche i 31enni Francesco Baj e Simone Tira. Tutti e tre sono accusati di rissa aggravata.

Intanto continuano le ricerche dell'auto pirata - forse un Audi - che ha investito Belardinelli.

Secondo alcuni testimoni, il tifoso del Varese sarebbe stato travolto quando era già a terra.

Nei giorni scorsi il padre del 39enne ha lanciato un appello chiedendo a chi si trovava sul mezzo di costituirsi alle forze dell'ordine.

Prosegue infine il lavoro della Digos che sta cercando di identificare le oltre cento persone coinvolte nella maxi-rissa, che, non appena individuate, verranno convocate e sentite dagli inquirenti.

(Unioneonline/F)

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