"Penso che riusciremo a uscire" dal carcere.

Queste le parole pronunciate in un'intervista alla trasmissione tv "Quarto grado" da Olindo Romano, condannato all'ergastolo in via definitiva insieme alla moglie Rosa Bazzi come resposabili della strage di Erba, cittadina del Comasco dove l'11 dicembre del 2006 furono uccisi Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini.

L'uomo si trova attualmente recluso al carcere di Opera (Milano), mentre la coniuge sta scontando la pena a Bollate.

Olindo aveva inizialmente dichiarato di essere l'autore dei plurimi omicidi, ma poi aveva ritrattato, dichiarandosi innocente.

"Di preciso non saprei dire quale sia la chiave" per aprire la cella, ha detto Olindo, "però penso che bisognerebbe partire dall'analisi dei reperti rimasti. Quello sarebbe un buon inizio".

Oltre al riesame degli atti, che a dicembre sono stati richiesti dal Guardasigilli Alfonso Bonafede alla procura di Como per avviare un'ispezione, "per ultima resta la Corte Europea", ha concluso.

Il riferimento è alla possibilità che la coppia faccia ricorso alla Corte dei diritti umani, con sede a Strasburgo.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata