"Non c'è un'altra strada, la via della precauzione è una via obbligata per arginare la pandemia. I numeri continuano ogni giorno drammaticamente a crescere e sono oltre 1 milione i morti nel mondo: cifre che parlano da sole e danno il senso della gravità della situazione".

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell'informativa questa mattina alla Camera.

"Questo Dpcm - ha proseguito Speranza - è in piena continuità con le misure che il governo ha tenuto finora, c'è stato sempre un filo comune che unisce tutti i provvedimenti ed è il primato della tutela delle persone, un principio di precauzione evitando che il Servizio sanitario nazionale venga travolto".

"Si possono avere opinioni differenti sulle scelte che abbiamo compiuto - ha puntualizzato - ma per favore non capovolgiamo la realtà. Andando oltre inutili polemiche tutti dobbiamo trarre una lezione tanto evidente quanto amara: senza consistenti limitazioni dei movimenti e rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata ad un clamoroso fallimento".

"Il virus circola in tutto il Paese - ha ancora specificato - ed essere in zona gialla non significa essere in un porto sicuro".

ll virus, ha sottolineato, "non ci dà tempo, se non lo contrastiamo adeguatamente dilaga. In sole tre settimane ad ottobre siamo passati a 20mila contagiati, non possiamo avere incertezze ma muoverci con determinazione. Nessuno avendo responsabilita di governo può sottarsi a questa necessità. Il governo si è assunto fino in fondo la sua responsabilità. Per me non è un merito ma un atto dovuto".

I DATI - "In tutte le fasi del nostro lavoro - il chiarimento - c'è stato il pieno coinvolgimento delle istituzioni scientifiche cosi come delle Regioni. I criteri di monitoraggio su 21 parametri sono stati condivisi con le Regioni in due incontri, e da 24 settimane i parametri di riferimento vengono utilizzati senza che mai le Regioni abbiano portato obiezioni. Il documento da cui derivano le scelte di fondo poste alla base del Dpcm è stato redatto da un gruppo di lavoro con Iss e la stessa Conferenza delle Regioni. I dati posti alla base delle rilevazioni vengono caricati e la fonte dei dati sono le Regioni".

LA CLASSIFICAZIONE - "Ciascuna Regione viene classificata sulla base dell'incrocio di due parametri: indice di rischio prodotto dai 21 indicatori e i 4 scenari definiti attraverso gli Rt . Con lo scenario 4 e Rt sopra 1,50 indice di rischio alto, la regione viene collocata in zona rossa. Dopo 14 giorni con scenario e indice piu basso avviene una nuova classificazione della cabina di regia". "Si tratta di un lavoro di raccolta dati imponente, per questo le valutazioni hanno bisogno di almeno una settimana per essere attendibili, perche i dati possano stabilizzarsi".

L'APPELLO - "Se non pieghiamo la curva il personale sanitario non reggerà l'onda d'urto. Il personale è la questione più importante. Non dobbiamo perdere tempo in polemiche ma dobbiamo lavorare insieme".

"Ci aspettano mesi non facili ma abbiamo la forza per piegare nuovamente la curva. In primavera tutti noi abbiamo dimostrato di essere un grande Paese, dimostriamolo ancora una volta", la conclusione.

(Unioneonline/v.l.)
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