Confermata anche in Cassazione la condanna a 12 anni di reclusione per il 31enne Luca Traini, accusato di tentata strage con l'aggravante dell'odio razziale.

Il "Lupo di Macerata" il 3 febbraio 2018 sparò a sei migranti, ferendoli. Successe dopo l'omicidio di Pamela Mastropietro. La condanna in primo grado, giunta nell'ottobre dello stesso anno, è stata confermata in appello nel 2019 ed è diventata oggi definitiva.

Nel 2017 era stato candidato con la Lega alle elezioni amministrative nel comune di Corridonia, nelle Marche.

"Traini quella mattina, per il suo sciagurato tour della morte, è uscito di casa con una pistola Glock e una scatola di munizioni e voleva uccidere una moltitudine indeterminata di persone" ha detto il pg della Cassazione nella sua requisitoria.

"E' corretto definire strage ciò di cui ci stiamo occupando oggi, Traini voleva uccidere un numero indeterminato di persone". Il magistrato ha ricordato la "sequenza impressionante di colpi, con 17 bossoli e 14 frammenti di proiettili rinvenuti", sparati "a distanza ravvicinata e ad altezza d'uomo", rivolti "verso persone, esercizi commerciali e anche verso la sede di un partito".

"Nel comportamento di Traini non c'è odio razziale, i neri vengono identificati da lui come i responsabili dello spaccio di droga nella provincia di Macerata e come responsabili della morte di Pamela Mastropietro, potevano essere anche gialli o pellerossa e il discorso sarebbe stato lo stesso", ha detto nella sua arringa l'avvocato difensore Franco Coppi.

(Unioneonline/L)
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