Il suicidio - confermato all'ANSA dal legale dell'uomo, Marco Vassallo - risalirebbe al pomeriggio di ieri ma è stato scoperto in serata. Vidali si è soffocato con un sacchetto di plastica stretto attorno al collo. Vidali si trovava nel penitenziario friulano da circa otto mesi, non era sottoposto a regimi restrittivi particolari e aveva sempre respinto le accuse. Secondo quanto riferito dal legale, aveva inutilmente chiesto di poter incontrare i propri familiari. L'episodio per il quale Vidali era indagato si riferisce a un'aggressione armata contro un barchino, che stava viaggiando tra le isole di Sant'Andrea e di Sant'Erasmo, nella parte nord della Laguna di Venezia. Da un gommone vennero esplosi numerosi colpi di pistola che ferirono Maurizio Zennaro (45 anni) e Massimo Zanon (42), quest'ultimo fratello di un operaio morto mentre lavorava nello scafo di una nave nello scalo lagunare. Il presunto sicario, Alessandro Rizzi (48), di Venezia, venne arrestato poche settimane dopo l'agguato e raccontò agli investigatori di aver ricevuto l'arma da Vidali. All'origine del fatto vi sarebbe stato un contrasto tra l'imprenditore e Zennaro, pare per debiti di denaro non onorati, e rancori durati oltre un decennio.
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