«È finita la pacchia delle banche».

Silvia Salis, vicepresidente vicaria del Coni ed ex campionessa di atletica – dieci titoli italiani in bacheca – aggredita verbalmente da una taxista a Genova perché voleva pagare la corsa con il bancomat.

L’ex martellista, 37 anni, ha deciso di raccontare l’accaduto in una story sul suo profilo Instagram, soprattutto per i toni aggressivi usati dal taxista che le ha urlato contro.

«Genova, taxi verso l’aeroporto: vedo il Pos e quindi chiedo di pagare i 32 euro con il bancomat», riassume l’accaduto Salis. «Lui mi dice di no, che ora non è più obbligato, che è finita la pacchia delle banche e che gli servono i contanti».

Non finisce qui: «Di fronte alle mie obiezioni – aggiunge l’atleta – ha iniziato a urlare contro con arroganza. Ha detto che ora lui può fare, finalmente, come vuole».

«Innanzitutto – ha aggiunto Salis - voglio ringraziare i taxisti onesti che svolgono un servizio pubblico indispensabile, e che si dotano degli strumenti per accettare ogni tipo di pagamento, e che sono la stragrande maggioranza. Segnalo, ad esempio, il taxista che ho incontrato al mio arrivo sabato all'Aeroporto di Genova. A termine corsa gli ho comunicato che avrei pagato con la carta, e lui mi ha detto 'certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi’».

Il racconto di Silvia Salis sta rimbalzando su numerose bacheche social: nel mirino la soglia dei 60 euro sotto la quale si possono rifiutare i pagamenti con il pos stabilita dall’ultima legge di bilancio. Soglia su cui tralaltro proprio ieri Giorgia Meloni ha fatto una mezza marcia indietro, forse per non creare troppe frizioni con l’Unione europea.

(Unioneonline/L)


 

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