La città di Marsala ha salutato per l’ultima volta Nicoletta Indelicato, 25 anni, uccisa con dodici coltellate e poi bruciata in contrada Sant’Onofrio tra sabato 16 e domenica 17 marzo.

Le lame hanno trafitto la sua schiena, i suoi polmoni, il collo e un taglio ha reciso anche la sua giugulare. Nicoletta è stata colpita anche alla mano e alla spalla, probabilmente ha cercato in tutti i modi di scappare dalla furia omicida che l’ha travolta.

I due presunti autori del delitto, Margareta Buffa e Carmelo Bonetta, sono ora rinchiusi in carcere.

Oggi, invece, applausi hanno accompagnato il feretro all’ingresso del Duomo della città in provincia di Trapani, tra le lacrime e l’incredulità dei cittadini impietriti e addolorati.

Una ferocia inaudita e senza precedenti per il piccolo comune siciliano, centro nevralgico di cultura, costituita da tante piccole contrade equidistanti geograficamente ma che confluiscono in un piccolo ma accogliente centro storico.

Le antiche mura della città, le vie e le piazze, sono diventate un megafono di dolore per una brutta pagina di cronaca nera che ha colpito nel profondo tutti.

L’omicidio di Nicoletta è certamente l’episodio più efferato che ha macchiato di sangue Marsala.

I cittadini si chiedono a gran voce come sia possibile che la società in cui viviamo abbia totalmente smarrito il valore e il rispetto per la vita umana.

Nicoletta Indelicato (dai social)
Nicoletta Indelicato (dai social)
Nicoletta Indelicato (dai social)

Una società che fonda le proprie radici sull’apparenza, sulla prevaricazione dei più deboli e sull’ostentazione del lusso con la convinzione che tutto ciò rappresenti l’emblema della bellezza, è una società che ha fallito, in tutto. L’odio è figlio dell’indifferenza che i giovani hanno di fronte ai principi etici, civili e democratici.

“Piccola città io ti conosco”, cantava Guccini. Vivere in un posto come Marsala significa conoscersi tutti, proprio perché in un modo o nell’altro si è tutti amici, conoscenti e quando ci si incontra per strada o al bar ci si scambia sempre un sorriso, un cenno, un saluto, che demarca indelebilmente nell’animo di tutti un senso di appartenenza.

Per qusto erano in tanti a piangere Nicoletta al suo funerale con i fazzoletti in mano e gli occhi gonfi di dolore.

Tutti avrebbero voluto essere con lei quella sera, avrebbero voluto dirle di non salire in macchina con i suoi assassini e avrebbero voluto abbracciarla e strapparla dalle mani del suo carnefice.

La comunità intera si è stretta attorno alla famiglia Indelicato, manifestando un sentito affetto e massima vicinanza.

Nicoletta poteva essere la figlia di tutti e l’amica di tutti ed è per questo che i cittadini si sentono profondamente colpiti da questo brutale omicidio, perché chiunque poteva essere al suo posto quella sera. Tutti potevano essere lì a cercare di difendersi disperatamente, mentre una mano assassina infieriva senza pietà per dodici volte.

Angelo Barraco
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