Tangenti per accorciare i tempi di tumulazione delle salme nel cimitero di Bagheria (Palermo), a discapito di chi non poteva permettersi di pagare mezzette.

I carabinieri hanno sgominato un'organizzazione che gestiva le operazioni nel cimitero del paese siciliano per ottenere profitti illeciti, anche a discapito degli stessi diritti dei defunti.

Dieci persone sono state sottoposte ad altrettante misure cautelari all'alba di questa mattina nell'ambito di quella che è stata chiamata "operazione Caronte": sette sono finite ai domiciliari, per altre tre è stato disposto il divieto di dimora.

Coinvolti diversi dipendenti del cimitero, che secondo l'accusa si sono fatti corrompere da imprenditori locali del settore delle onoranze funebri e da privati cittadini.

Una vera e propria organizzazione criminale che si occupava di ottenere una rapida tumulazione delle salme, indipendentemente dall'ordine di ingresso al cimitero.

Documentati anche diversi reati a scapito dei defunti e dei loro familiari, per liberare loculi da destinare a chi pagava le tangenti.

Anche due esponenti di una famiglia mafiosa di Bagheria sono coinvolti.

Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio e occultamento di cadavere, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, falsità ideologica e violazione degli obblighi di sorveglianza speciale.

Le indagini sono state condotte da maggio 2017 ad aprile 2018, e sono coinvolte e indagate altre 34 persone.

(Unioneonline/L)
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