Non è stato un sequestro ma una messinscena. 

Sono tutte da verificare ma aprono un nuovo fronte d’indagine le dichiarazioni di uno degli arrestati per il presunto sequestro di Patrick Sam Kourosh Demilecamps, il turista inglese di 25 anni tenuto in ostaggio in un appartamento nel Maceratese e liberato con un blitz dei carabinieri.

Secondo il diciottenne italiano Rubens Beliga Gnaga, uno dei presunti quattro aguzzini finiti in manette, si è trattato di  "una finzione, una messa in scena". Il motivo? Ottenere dalla famiglia del 25enne 7mila euro, necessari a pagare un debito del giovane inglese. Secondo quanto sostenuto da Gnaga sarebbe stato lo stesso Demilecamps ad architettare lo stratagemma. Gnaga gli avrebbe fatto un prestito da 7.000 euro e il 25enne per ripagare la somma avrebbe proposto di simulare un sequestro di persona, facendosi anche fotografare con le manette ai polsi per convincere i genitori a pagare il riscatto.

LA VERSIONE DELLA VITTIMA – Una versione che spiegherebbe solo il perché di una richiesta di riscatto relativamente bassa. Ma la vittima racconta un’altra storia: agli inquirenti ha detto di essere stato rinchiuso in un appartamento di Monte San Giusto (nella disponibilità di Gnaga) per 8 giorni, maltrattato, lasciato a digiuno e di avere subito varie umiliazioni. Quando gli hanno detto di chiedere i soldi ai genitori è riuscito a far capire loro che era trattenuto contro la sua volontà. L’sos è stato recepito, e la famiglia si è rivolta alla Nca (la National Crime Agency) britannica.

IL BLITZ – Da lì si è innescata una collaborazione internazionale con i carabinieri del Ros e poi del reparto operativo di Macerata e della stazione di Monte San Giusto. Le indagini, svolte nell'arco di 36 ore, hanno portato i militari a fare irruzione nell'appartamento, in via Carducci. Qui Demilecamps è stato trovato rinchiuso in un stanza buia (con mobili davanti alle finestre), scalzo, ammanettato e molto provato.

GLI ALTRI ARRESTATI – Il gip Giovanni Manzoni ha convalidato gli arresti di quattro giovani in flagranza di reato per sequestro di persona a scopo di estorsione e disposto per tutti i domiciliari: con il braccialetto elettronico per Gnaga, per Dona Conte, 22 anni della Guinea, e per il marocchino Ahmed Rajraji, di 21 anni; senza braccialetto elettronico per Aida Carpani, una ventunenne di Montegranaro (Fermo), fidanzata di Dona Conte. I due fidanzati hanno sostenuto di essere estranei ai fatti, mentre Rajraji si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Tutti gli arrestati sono incensurati: avevano conosciuto il giovane inglese durante l'estate.

(Unioneonline/D)

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