Omicidio Giulia Tramontano, confermato l’ergastolo per Impagnatiello: esclusa la premeditazione
La sentenza dopo due ore di camera di consiglio e al termine di un processo d’appello durato mezza giornata. La difesa puntava a fargli ottenere 30 anni(Ansa)
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Confermato in appello l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la sua compagna di 29 anni, incinta di 7 mesi, uccisa con 37 coltellate nella loro abitazione a Senago, nel Milanese.
La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio e al termine di un processo d’appello durato mezza giornata. I giudici di secondo grado hanno escluso l’aggravante della premeditazione, confermando quelle della crudeltà e del rapporto di convivenza.
Impagnatiello è rimasto impassibile alla lettura della sentenza. Quando la presidente della Corte Ivana Caputo ha pronunciato il verdetto, lui era in piedi nei primi banchi accanto alla sua legale Giulia Geradini e non ha avuto alcuna reazione. In lacrime i genitori della vittima.
La sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri aveva chiesto la conferma della pena massima inflitta in primo grado, così come il legale Giovanni Cacciapuoti, che assiste i familiari di Giulia Tramontano.
La difesa di Impagnatiello, accusato di omicidio volontario pluriaggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere, aveva invece chiesto l’esclusione delle aggravanti della premeditazione e della crudeltà e il riconoscimento delle attenuanti generiche. Puntava a fargli ottenere 30 anni.
La legale Giulia Geradini ha chiesto l'esclusione delle aggravanti della premeditazione e della crudeltà, ribadendo più volte la condotta «maldestra» e in alcuni casi addirittura «autosabotante» dell'ex barman dopo l'omicidio. Una serie di comportamenti che, a suo giudizio, dimostrerebbero come il delitto non sia stato premeditato.
Per la difesa, inoltre, l'ex barman avrebbe voluto che la compagna, incinta di sette mesi, non portasse avanti la gravidanza. Ancora, l'esame effettuato sul corpo della vittima «ha escluso» che Giulia possa aver tentato di difendersi, cosa che «porta a concludere con certezza che non ha avuto il tempo di rendersi conto di cosa stava accadendo e dunque di accorgersi che stava perdendo la vita anche il suo bambino». Chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche, la legale ha ricordato che l'uomo è arrivato all'omicidio per via della «ferita narcisistica» provocata dallo smascheramento.
Giulia, 29 anni, è stata uccisa con 37 coltellate il 27 maggio 2023 nella loro abitazione a Senago, nel Milanese. Quello stesso giorno, poche ore prima, si era incontrata e confrontata con la donna con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela, facendo così crollare il suo «castello di bugie».
Dopo l'omicidio, l'uomo ha tentato per due volte di bruciare il cadavere, decidendo poi di nasconderlo dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri dall'abitazione della coppia in via Novella. Nei giorni successivi aveva simulato la scomparsa della compagna, andando lui stesso a farne denuncia, e continuando a inviarle messaggi.
(Unioneonline/L)