Sarebbero 17 i migranti dispersi, in totale, nel naufragio avvenuto nella notte tra domenica e lunedì a Lampedusa. Quattro i minori e non otto come emerso in un primo momento.

Tra i minori un bimbo di otto mesi che viaggiava con la mamma, un altro bimbo di 2 anni e due ragazze adolescenti. Tra gli adulti dispersi ci sarebbe anche lo scafista.

Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e gli uomini della Squadra mobile stanno continuando a sentire i sopravvissuti per ricostruire ulteriormente la dinamica del naufragio e, soprattutto, individuare in Tunisia e Libia gli eventuali complici di chi ha organizzato la traversata.

Secondo il racconto di chi era a bordo, dalla Tunisia sarebbero partiti in 52: 38 subsahariani provenienti da Costa d'Avorio, Guinea e Camerun, saliti sul barcone in Libia, e 14 tunisini, che invece si sono imbarcati a Sfax. Agli atti dell'indagine ci sono anche le immagini girate dai migranti a bordo del barcone prima che avvenisse la tragedia: foto e video dai quali emergerebbe che al momento della partenza le condizioni del mare erano buone.

L'ACCORDO - Intanto dalla Germania arriva la minaccia di ritirarsi dall'accordo trovato a Malta con Italia, Francia, Malta e Finlandia per la redistribuzione su base volontaria dei richiedenti asilo soccorsi e salvati in mare.

L'intesa, ha detto il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer a margine del Consiglio Affari Interni a Lussemburgo, funzionerà se i numeri degli arrivi resteranno bassi, nell'ordine delle "centinaia", ma, se diverranno "migliaia", allora il meccanismo si fermerà.

"Naturalmente - afferma il politico bavarese - dobbiamo proteggerci, per prevenire il pull factor, il fattore di attrazione. Abbiamo detto che, se questa soluzione viene abusata e le centinaia" di migranti salvati in mare e redistribuiti "diventano migliaia, allora posso annunciare domani che il meccanismo di emergenza si ferma. È una cosa che farei", in quel caso. "Ci proteggiamo dagli abusi da parte dei trafficanti, ma nello stesso tempo abbiamo dato una risposta umana. Salvare persone che rischiano di affogare è naturale, a mio modo di vedere", conclude Seehofer.

(Unioneonline/D)
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