Una semplice lapide in pietra locale, con la scritta “a perenne ricordo” e i nomi delle quattordici vittime. A un anno di distanza, Stresa si prepara a celebrare così il primo anniversario del crollo della funivia del Mottarone. L'inaugurazione domani, esattamente dove la cabina n.3 ha concluso la sua folle corsa.

Domenica 23 maggio 2021 era da poco passato mezzogiorno quando, verso le 12.30, la notizia choc rimbalza sui media di tutto il mondo.

Una ventata gelida in una calda giornata di sole, la prima di gite fuori porta, per gli italiani, dopo i lunghi mesi di reclusione a causa del Covid.

A Stresa, celebre località di villeggiatura affacciata sulla sponda piemontese del Lago Maggiore davanti alle isole Borromee, la cabina numero 3 della funivia che dal lido porta alla vetta del Mottarone si trasforma in una bara: a pochi metri dall'ultima stazione il cavo trainante a cui è appesa si spezza e dopo essere scarrucolata indietro ad alta velocità va a sbattere contro un pilone e precipita in un bosco.

Muoiono in 14, si salva solo un bimbo, il piccolo Eitan, diventato suo malgrado il simbolo di questa sciagura.

LA COMMEMORAZIONE – Domani sarà quindi il giorno della commemorazione. Ci sarà una cerimonia in forma privata con la posa, nel luogo dove è avvenuto lo schianto, della stele con incisi i nomi delle vittime e in latino la frase "a perenne ricordo". Poi, una messa aperta a tutti nel piazzale di arrivo della funivia.

IL PROCURATORE – Un episodio difficile da dimenticare per tutti, anche per il Procuratore della Repubblica. "Chiunque sia stato in cima al Mottarone quel giorno - le parole del Procuratore di Verbania Olimpia Bossi – porterà sempre con sé un profondo senso di pietà per coloro che hanno perso la vita in un modo così terribile e così ingiustificato".

Il magistrato, tra i primi ad arrivare sul luogo dell'incidente per disporre il sequestro dell'impianto sul quale si stanno chiudendo gli accertamenti tecnici per chiarire le cause, racconta: "Se chiudo gli occhi rivedo ancora quello scenario di dolore immenso reso ancora più lacerante dal magnifico panorama naturale", che faceva da sfondo. "Dobbiamo a tutte queste persone e alle loro famiglie - aggiunge - la ricerca senza preconcetti delle cause di questa tragedia. È quanto stiamo facendo senza sosta".

LE INDAGINI – Le indagini, oltre al cavo spezzato, cosa rarissima per una funivia, hanno fin da subito portato ad accendere un faro sui freni di emergenza della cabina: nei mesi precedenti, ancor prima della riapertura dell'impianto rimasto fermo per via della pandemia, avevano manifestato qualche problema. Negli atti dell'inchiesta spunta quindi la parola "forchettone" e la scoperta che era stato attivato in modo da disinnescare il sistema frenante. Tre giorni dopo finiscono in carcere, in base a un fermo dei pm, Luigi Nerini, titolare della società che gestisce la funivia, Enrico Perocchio, il direttore di esercizio e dipendente di Leitner, società incaricata della manutenzione, e Gabriele Tadini il caposervizio, il quale ammette che era stato deciso, anche in accordo con i suoi superiori, di inserire i forchettoni. Per tutti e tre il gip non convalida il fermo, scarcera i primi due e pone agli arresti domiciliari Tadini, decisione che sta interessando Cassazione e Tribunale del Riesame di Torino.

Nell'inchiesta, che vede un cambio di gip in corso d'opera e pure procedimenti davanti al Csm, sale il numero degli indagati fino a 14, tra cui la stessa Leitner e i suoi vertici, e gli accertamenti si focalizzano su fune tranciata e forchettoni.

LE PERIZIE – Al momento, fermo restando il malaugurato inserimento del forchettone, è stato appurato che il cavo si è tranciato a valle della testa fusa, proprio sotto un manicotto, mai aperto per i controlli. Le due perizie, una affidata ad ingegneri meccanici e l'altra a esperti informatici, dovranno essere depositate entro la fine di giugno per poi essere illustrate in aula il 15 luglio. Il loro esito consentirà al procuratore Bossi e al pm Laura Correra di trarre le conclusioni con eventuali “ritocchi” al registro degli indagati e di stringere il cerchio attorno a chi davvero è responsabile di questa tragedia.

(Unioneonline/v.l.)

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