Ha acceso la polemica più di quanto riesce ad accendere gli spalti dei parquet di mezza Italia con le sue triple.

Mike James, playmaker dell'Armani Milano, 28enne americano di Portland al suo primo anno nel capoluogo lombardo, accusa la polizia italiana (ma in realtà erano carabinieri) di discriminazione razziale con una serie di tweet al vetriolo.

"Io e due miei amici siamo appena stati controllati dalla polizia in mezzo a 50 passanti. Sono scesi dall'auto con le pistole in mano intimandoci di mostrare i documenti. Ho risposto che non avrei mostrato nulla finché non avessero messo via le pistole", scrive in un primo tweet. E poi, un minuto dopo: "Mi hanno detto di stare calmo, che era tutto normale, ma a me non sembra normale scendere da un'auto e puntare la pistola contro le persone"

E quando un follower insinua ("Se fossi stato bianco non ti avrebbero fermato"), lui risponde senza mezzi termini. "Sì, lo so", accusando di fatto di razzismo gli agenti.

I fatti sono avvenuti vicino a casa del cestista americano, nella zona di City Life.

Ma non è stata la polizia a fermarlo. James scrive "police", ma in realtà si tratta di una pattuglia di tre carabinieri, impegnati nei servizi di controllo del territorio, tra un posto di blocco e un controllo a singoli passanti.

Stando alla ricostruzione del Corriere, i militari hanno incrociato James con i suoi amici e hanno chiesto loro i documenti. I tre si sono rifiutati, per via delle armi troppo in vista, ma mai impugnate dai militari, che avevano a tracolla la mitragliatrice, come da regolamento.

Dopo alcuni minuti il cestista e i suoi amici hanno mostrato i passaporti sono tornati tranquillamente verso casa. Dove Mike James ha scatenato i social.

(Unioneonline/L)
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