Con l’arresto di Matteo Messina Denaro il Ros – Reparto Operativo Speciale – dell’Arma dei Carabinieri mette a segno un altro, decisivo colpo alla criminalità organizzata. 

Le origini di questo corpo speciale scelto risalgono agli anni Settanta, quando il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa creò il cosiddetto Nucleo “Scintilla” per contrastare il terrorismo interno. 

Era composto da 40 carabinieri scelti proprio da Dalla Chiesa per le indagini più difficili e rischiose e si distingueva per un metodo investigativo allora innovativo, caratterizzato da osservazioni, pedinamenti e intercettazioni.

Il primo “nemico” da combattere erano i gruppi terroristici di lotta armata attivi in Italia, a cominciare dalle Brigate Rosse.

L’istituzione formale del Ros risale invece al 3 dicembre 1990 e da allora, oltre alla battaglia contro il terrorismo, il Reparto è sempre stato in prima linea nella lotta alla mafia.

Oggi si articola in una struttura centrale e una periferica ed è comandato da un generale, Pasquale Angelosanto.

Alle sue dirette competenze operano quatti reparti: Antiterrorismo, Indagini tecniche, Indagini telematiche, Crimini violenti.

La struttura anticrimine periferica è articolata in 8 Reparti Anticrimine (Torino, Milano, Roma, Bari, Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria e Palermo) e 18 Sezioni Anticrimine (tra cui Cagliari), collocate in sede di Procure distrettuali Antimafia e Antiterrorismo, nonché 3 Nuclei a Livorno, Nuoro e Foggia.

Negli anni, gli investigatori del Ros hanno portato a compimento missioni difficili e impegnative, come l’inchiesta “Mondo di Mezzo” che aveva scoperchiato il malaffare di “Mafia Capitale”, e arresti eccellenti come quello Totò Riina, il 15 gennaio 1993. Esattamente trent’anni un’altra “medaglia”: la cattura del superlatitante Messina Denaro. 

(Unioneonline/l.f.)

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