Aleggia ancora il mistero sulla morte del ginecologo campano Stefano Ansaldi, trovato sgozzato quattro giorni fa vicino alla stazione Centrale di Milano.

A confermare l'ipotesi del suicidio, che si fa sempre più strada,c'è un elemento di novità: le telecamere della zona non hanno ripreso persone fuggire, né i testi le hanno viste o sentito rumori di fuga. In più, il cellulare del medico, non trovato, era stato spento circa un'ora prima della morte. Sul coltello trovato accanto al cadavere inoltre non sono state trovate impronte e lo stesso Ansaldi indossava dei guanti in lattice.

A spingere Ansaldi al gesto potrebbe essere stato il fatto che era in difficoltà finanziarie: ma le indagini continuano, gli inquirenti vogliono escludere definitivamente la pista della rapina finita male o dell'omicidio per motivi personali o economici verificando che un eventuale aggressore sia poi entrato all'interno di un civico della via, senza essere ripreso. Gli esiti definitivi dell'autopsia, eseguita ieri, potranno chiarire le modalità del taglio alla gola, che da una prima analisi non era parso un colpo inferto da davanti.

Quel sabato Ansaldi aveva viaggiato da Napoli a Milano con un biglietto di sola andata (arrivato verso le 15 e morto verso le 18) e si sta cercando di capire se avesse comunque un appuntamento nel capoluogo lombardo, ipotesi probabile per gli inquirenti. Non aveva legami di lavoro, né, pare, conoscenze in città. Non sono stati trovati per ora biglietti o scritti di Ansaldi. E' in corso anche l'analisi sulle macchie di sangue per ricostruire al meglio la dinamica della morte.

(Unioneonline/D)
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