Mafia, è morto il boss Totò RiinaLa Cei: "Niente funerali in chiesa"
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Totò Riina è morto, poco prima delle 4, nella notte tra il 16 e il 17 novembre.
Aveva 87 anni, appena compiuti.
Il decesso del superboss è avvenuto nell'ospedale dei detenuti del carcere di Parma.
Il ministero della Giustizia ha autorizzato ieri la visita dei famigliari al capezzale del "capo dei capi" di Cosa Nostra, in coma da tempo, in seguito a due interventi chirurgici.
"Per me non sei Totò Riina, per me sei mio padre. Ti voglio bene", ha scritto il figlio Salvo su Facebook.
Arrestato nel 1993, Riina era al 41 bis, dovendo scontare 26 ergastoli.
Tra le stragi di cui si è macchiato, quelle in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e gli uomini e le donne della loro scorta, tra cui l'agente di polizia Emanuela Loi.
Aveva ancora un processo pendente, imputato per la cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia.
Non si è mai pentito per le innumerevoli stragi e gli efferati omicidi compiuti nel corso della sua carriera criminale alla guida del clan dei Corleonesi.
Una leadership che ha mantenuto anche in carcere, nonostante il regime di massima sorveglianza, tanto che nei mesi scorsi, vista la sua pericolosità, la magistratura rigettò l'istanza di trasferimento dal carcere per motivi di salute.
PER AUTOPSIA, PM IPOTIZZA OMICIDIO COLPOSO - Per disporre autopsia il pm di Parma, Umberto Ausiello, ha ipotizzato il reato di omicidio colposo e ha aperto un fascicolo contro ignoti. Ha inoltre informato, come persone offese, la moglie di Riina Antonina Bagarella, e i figli Maria Concetta, Giuseppe, Lucia e Giovanni.
LE REAZIONI - Per Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, "Riina è stato il capo indiscusso e sanguinario della Cosa Nostra stragista". "Quella mafia - ha aggunto - era stata già sconfitta prima della sua morte, grazie al duro impegno delle istituzioni e al sacrificio di tanti uomini coraggiosi e giusti. Non possiamo dimenticare quella stagione drammatica, segnata dal delirio eversivo di un uomo spietato, che non si è mai pentito dei suoi crimini efferati e non ha mai collaborato con la giustizia". "A noi - la chiosa - resta il dovere di cercare le verità che per tutti questi anni Riina ha nascosto".
A farle eco, il presidente del Senato Pietro Grasso: "Totò Riina, uno dei capi più feroci e spietati di Cosa nostra, è morto. La pietà di fronte alla morte di un uomo non ci fa dimenticare quanto ha commesso nella sua vita, il dolore causato e il sangue versato".
"Di fronte alla morte nessun commento", ha detto invece il pm della Direzione nazionale antimafia Nino Di Matteo, da anni sotto scorta per le minacce ricevute proprio da Riina.
CEI: "NIENTE FUNERALI PUBBLICI" - "Funerali pubblici per Totò Riina? No, la posizione della Chiesa è chiarissima". Risponde così don Ivan Maffeis, portavoce della Cei, alludendo alla scomunica del Papa ai mafiosi.
"Per noi - aggiunge - la solidarietà alle vittime e ai parenti delle vittime è di massima importanza e basterebbe questo a dire da che parte sta la Chiesa. Noi prima di tutto pensiamo a quante persone sono morte per non cedere al peso della criminalità, per non piegarsi. Poi c'è tutto un discorso di contrasto attivo alla mafia che noi ci impegniamo a fare cercando di educare le coscienze. Servono segnali concreti, come l'opera di Libera, il coinvolgimento dei giovani e delle piazze".
"Se i familiari lo chiederanno - ha aggiunto monsignor Michele Pennisi, vescovo di Monreale - si valuterà di fare una preghiera privata al cimitero".
(Redazione Online/l.f.)
RIINA, LA CARRIERA CRIMINALE - VIDEO: