Cinque anni di carcere.

È la condanna chiesta dal pm Luca Tescaroli per l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, imputato per corruzione e finanziamento illecito nell'ambito di un processo del filone dell'inchiesta Mafia Capitale.

Lo stesso pm ha sollecitato per l'ex primo cittadino capitolino l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di 223.500 euro, considerato il prezzo del reato di corruzione.

Per l'accusa, infatti, ''Alemanno non appare meritevole della concessione delle attenuanti generiche, in considerazione della gravità delle condotte poste in essere in qualità di sindaco e di consigliere comunale, della spregiudicatezza criminale dimostrata, del precedente penale e dell'essere tornato a delinquere pur avendo beneficiato dell'istituto premiale della riabilitazione".

Ancora, l'ex sindaco, scrive il pm, sarebbe stato "l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale all'interno dell'amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale, nel periodo 29 aprile 2008-12 giugno 2013 (e successivamente di consigliere di minoranza in seno al Pdl)".

I suoi "uomini di fiducia - sostiene ancora Tescaroli - indagati e alcuni anche condannati in Mafia Capitale, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali di Mafia Capitale, suoi corruttori (Buzzi e Carminati)".

Dal canto proprio Alemanno ha commentato così la richiesta dell'accusa: "Lunedì gli avvocati della difesa risponderanno ad un teorema accusatorio che appare esasperato e contraddittorio. Da parte mia posso solo ribadire la mia completa innocenza''.

(Unioneonline/l.f.)
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