Licenziato dopo il trapianto, l'azienda ci ripensa: "Forse c'è stato un errore"
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Fa un passo indietro la Oerlikon, la società svizzera che ha licenziato Antonio Forchione, l'operaio 55enne dipendente della sede di Rivoli-Cascine Vica (Torino) sottoposto a trapianto.
Lunedì l'uomo ha ricevuto la lettera con la brutta notizia; la motivazione sta nel fatto che, a seguito dell'intervento, non può più svolgere la precedente mansione, "l'azienda non ha trovato nulla da farmi fare e mi ha mandato via", ha raccontato.
Antonio ha rischiato di morire: i medici gli avevano dato sei mesi di vita per un tumore al fegato ma, grazie al trapianto, ha una nuova speranza. Terminati i sei mesi di mutua, gli era stato raccomandato di non esporsi a polveri e fumi vari.
La sua ditta gli ha suggerito di godere delle ferie, e lui l'ha fatto, fino a lunedì quando è tornato in fabbrica e il suo posto "non c'era più".
I sindacati sostengono l'ex operaio e hanno messo in atto uno sciopero, mentre Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, ha annunciato di aver contattato i rappresentanti dell'azienda e quest'ultima sembra intenzionata a ritirare la sua decisione.
"Stiamo valutando la vicenda", hanno detto i vertici della società, secondo cui la lettera di licenziamento non è stata scritta dal responsabile locale del personale, e dunque potrebbe essersi trattato di un errore.