L’allarme del Bambino Gesù: “Un caso al giorno di suicidio fra i giovanissimi”
Nel biennio del Covid casi in aumento fino al 75%. L’età media è 15 anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Negli ultimi 10 anni gli accessi di giovanissimi all'ospedale Bambino Gesù per aver pensato e pianificato il suicidio o averlo tentato sono cresciuti esponenzialmente, con un aumento in particolare del 75% nei 2 anni della pandemia rispetto al biennio precedente.
Da 369 casi del 2018-2019 si è passati a 649 del 2020-2021, in media praticamente un caso ogni giorno. Lo documentano i dati registrati dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio, il 10 settembre.
LE CAUSE – Numerosi studi scientifici documentano che l’incidenza del suicidio e la prevalenza dei comportamenti suicidari è aumentata sia in alcuni paesi europei che negli USA, soprattutto tra gli adolescenti, spiegano dall’ospedale. Tale crescita sembra essere legata a una generale tendenza all’aumento dei disturbi dell’umore in età evolutiva nei Paesi ad alto reddito. La correlazione tra depressione grave e tentativo di suicidio fra giovani e giovanissimi è confermata da studi recenti. Ed è documentato anche l’impatto della pandemia da Covid-19 sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti: a livello internazionale, nel 2021 la prevalenza dei casi di depressione e disturbi d’ansia risulta raddoppiata.
"L’identificazione precoce con diagnosi accurate e il trattamento della depressione - sottolinea il professor Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù - sono interventi preventivi di primaria importanza per ridurre il rischio di suicidio tra i più giovani”.
I DATI – Nell’ultimo decennio, il numero delle consulenze neuropsichiatriche al pronto soccorso del Dipartimento di Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale del Bambino Gesù è aumentato di 11 volte, passando da 155 casi a 1.824. In particolare sono aumentate di quasi 40 volte (da 12 a 449 casi) le consulenze effettuate in urgenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani di età compresa tra i 9 e i 17 anni.
IL COVID – Le misure restrittive durante la pandemia da Covid hanno avuto un impatto importante su giovani e giovanissimi portando a un aumento delle richieste di aiuto. Nel biennio precedente (2018-19) gli accessi al pronto soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e autolesionismo erano stati 464. Nel 2020 e 2021 sono diventati 752, con un aumento di oltre il 60%. Se si considera solo il suicidio, ideato o tentato, l’incremento dei casi rispetto al biennio precedente supera il 75%. Negli ultimi 2 anni i casi di ideazione suicidaria sono stati 477 (+88% rispetto al 2018-19), i tentativi di suicidio 172 (+50%) e i comportamenti autolesivi 103 (+8%). Oltre l’80% dei tentativi di suicido è messo in atto da bambine e ragazze; l’età media di chi tenta di togliersi la vita è di circa 15 anni, il più giovane ha 9 anni.
La pandemia Covid ha segnato uno spartiacque anche sul fronte dei ricoveri in Neuropsichiatria che sono passati da 338 nel 2019 a 492 nel 2021 con un aumento del 45%. In particolare le ospedalizzazioni in Neuropsichiatria per autolesionismo sono passate dal 30 a oltre il 60% del totale.
“La depressione e i disturbi d’ansia tra i giovanissimi sono in aumento esponenziale da anni. La pandemia ha solo accentuato il fenomeno”, aggiunge Vicari. “L’emergenza che investe i nostri ragazzi si combatte destinando maggiori risorse agli strumenti di prevenzione e di promozione della salute mentale. A cominciare dalla scuola, intesa come luogo che coltiva relazioni positive, alle strutture sul territorio perché siano in grado di intercettare il disagio e siano di supporto alle famiglie. Il suggerimento per i genitori è di offrire tempo ai propri figli, di porre attenzione ai segnali di malessere e, se ci sono cambiamenti nel comportamento, chiedere aiuto senza timore. Le malattie mentali, se affrontate nei tempi giusti, hanno un’alta probabilità di guarigione”.
(Unioneonline/v.l.)