La nefasta previsione: "Quel ponte crollerà tra dieci anni"
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La sinistra profezia risale al 2012. Oggi potrebbe apparire cinica, ma è scritta nero su bianco. Sulle pagine del Secolo XIX e nei verbali delle sedute del consiglio comunale di Genova.
Giovanni Calvini, all'epoca presidente della Confindustria locale a fine mandato, è furioso. Ce l'ha con chi si oppone alla realizzazione della Gronda di Ponente, opera infrastrutturale fondamentale per snellire il traffico sul Ponte Morandi.
"Perché guardi, quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto no alla Gronda", tuona Calvini sulle pagine del quotidiano genovese.
Il ponte è crollato prima, dopo sei anni appena, e ha portato via con sé decine di vite umane. Il traffico e le ore di coda che dovranno sopportare i genovesi sono un contorno quasi ininfluente rispetto alla strage di ieri mattina.
E quelle parole oggi risuonano nelle orecchie di chi da anni denuncia la fragilità del viadotto e la necessità di soluzioni alternative. Così come risuonano quelle dette nel consiglio comunale del 4 dicembre 2012, quando si discute proprio delle parole di Calvini e prende la parola Paolo Putti, consigliere comunale M5S che, come tutti i pentastellati, si oppone alla realizzazione della Gronda e sta con i comitati del No.
"Il mio unico interesse è fare il bene della comunità in cui vivo, e tra quelle persone ci sono anche imprenditori che fra 10 anni andranno a chiedere come mai si sono sperperati 5 miliardi di euro (per la Gronda, ndr) che si potevano usare per fare cose importanti per l'industria. E magari questa persona (Calvini, ndr) dovrebbe, prima di utilizzare questo tono un po' minaccioso, informarsi. A noi Autostrade ha detto che per altri 100 anni il ponte può stare in piedi", dichiara in Aula il pentastellato.
La questione Gronda è da anni al centro di un dibattito a Genova. Tra i favorevoli, che portano come ragione proprio l'instabilità del Ponte Morandi, e i contrari riuniti nei comitati No Gronda che hanno trovato sponda politica nel Movimento 5 Stelle. Proprio sul blog pentastellato nel 2013 appariva un post sulla "favoletta dell'imminente crollo del Ponte Morandi".
Dibattito che ritorna di prepotenza all'ordine del giorno. E non imbarazza i pentastellati che oggi vogliono togliere le concessioni a Autostrade per l'Italia, ma qualche anno fa usavano proprio le affermazioni della società della famiglia Benetton per opporsi alla realizzazione della Gronda.
Tanto che il ministro Toninelli attacca su Facebook: "È impensabile, oltre che ignobile, collegare il crollo del ponte Morandi alla messa in discussione della realizzazione della Gronda di Genova, su cui è in corso un’analisi costi-benefici. Si tratta di un’opera che non costituisce una soluzione sostitutiva rispetto al viadotto sull’A10. E che comunque sarebbe pronta nel 2029. Ora basta sciacallaggio, noi vogliamo le grandi opere utili. E pensiamo soprattutto a rendere sicura questa nostra malridotta Italia".
(Unioneonline/L)
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