Alessandro Politi, il giornalista di Mediaset è risultato negativo al test covid-19 dopo 49 giorni. Nei primi giorni dello scorso marzo si era verificato un caso di positività di Coronavirus all’interno della redazione del programma di Italia 1 “Le Iene”. Mediaset ha prontamente sospeso il programma per cautela sanitaria, invitando tutti i professionisti all’isolamento domiciliare.

Alessandro, dopo oltre trenta giorni di isolamento domiciliare, continuava a risultare positivo seppur asintomatico. Non ha avuto sintomi gravi – ha raccontato in una intervista a UnioneSarda.it- ma per senso civico, per il lavoro che svolge, per il numero di persone di cui si circonda e di cui si sarebbe circondato una volta seguite le regole date dall’OMS alle regioni -14 giorni di quarantena e poi uscire- se fosse guarito. Alessandro è un ragazzo di 30 anni che conduce una vita all’insegna dello sport e in vita sua non ha mai avuto febbre a 38 e mezzo alle 5 del mattino. Una mattina, però, si è svegliato con febbre alta, forte mal di testa e mal di gola. Se ad Alessandro non avessero fatto il tampone alla luce dei lievi sintomi che ha avuto, sarebbe potuto uscire verosimilmente dopo 14 giorni di quarantena con il rischio di infettare. Tutti coloro i quali vengono sottoposti al tampone, invece, possono uscire soltanto se l’esito è un doppio test negativo. Non è stato semplice per Alessandro, ha dovuto insistere e dopo 30 giorni la sua carica virale continuava ad essere altissima quindi estremamente contagioso: quanti sono in Italia i cittadini che si trovano nella medesima situazione? Perché non modificare le linee guida? Sono tanti i casi di soggetti risultati positivi oltre i 30/40 giorni dopo la fine dei sintomi, quanti di questi non sono stati sottoposti al tampone –asintomatici- ed escono tranquillamente contagiando gli altri? Valentina -fidanzata di Alessandro che vive con lui- che ha avuto gli stessi sintomi, non ha ricevuto il tampone nonostante il contatto stretto tra i due. Vivono entrambi in un monolocale ma, stranamente, per Valentina la quarantena è terminata ufficialmente dopo 14 giorni e l’ATS (Azienda Tutela Salute Lombardia) le dice che può uscire. E se fosse risultata infetta? Se fosse stata in piena carica virale anche lei? Una ragazza –che convive con un soggetto in piena carica virale, positivo al Covid fino a 49 giorni- che ha avuto gli stessi sintomi, come mai non viene curata allo stesso modo o peggio, considerata come persona guarita e quindi dopo 14 giorni le viene detto di uscire? Nessuno all’Agenzia di tutela della salute della Lombardia sapeva che Valentina viveva con una persona positiva al Covid-19? Secondo quale criterio viene stilata la mappatura dei contagi? Chi decide il protocollo conosce la presenza di casi positivi oltre i 30 giorni? Se Valentina fosse uscita, dopo i 14 giorni, avrebbe rischiato di infettare altri soggetti. Quanti altri casi ci sono in Italia come Alessandro e Valentina?

Angelo Barraco
© Riproduzione riservata