È partita la grande sfida di impiantare in Italia il laboratorio high tech di ricerca nel campo della fusione nucleare: un investimento da 500 milioni di euro tra capitali pubblici e privati, e migliaia di posti di lavoro tra tecnici specializzati e indotto, per realizzare il progetto dell’agenzia ENEA e del consorzio europeo Eurofusion.

Si chiama DTT, acronimo di Divertor Tokamak Test, ed è un laboratorio scientifico-tecnologico fra i più grandi d’Europa con l’obiettivo di produrre energia in modo sostenibile attraverso la fusione nucleare, liberando le comunità dai combustibili fossili e collegandosi ai due progetti internazionali ITER e DEMO che lavorano all’attivazione di un reattore entro i prossimi 3 decenni.

In attesa del via libera ai lavori, previsto per l’inizio del 2018, si dovrà decidere dove impiantare il laboratorio ad alta tecnologia, mentre da tempo si sono fatte avanti le regioni Emilia-Romagna e Piemonte, quest’ultima con la proposta di Casale Monferrato.

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“Produrre energia pulita, rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, inesauribile e in grado di sostituire i combustibili fossili: è la grande sfida della ricerca sulla fusione nucleare che oggi vede impegnati i migliori laboratori di tutto il mondo e l’ENEA in prima linea" - ha dichiarato il Presidente dell’ente Federico Testa, durante il convegno dello scorso giugno a Frascati. E ha voluto sottolineare anche l'importanza della scelta italiana come sede del laboratorio: "perché il nostro Paese è stato tra i pionieri della fusione e oggi è fra i più avanzati nel settore, grazie alla capacità di costruire un sistema virtuoso tra ricerca, industria e formazione”.

(Redazione Online/b.m.)
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