Rapporti e contatti delle cosche calabresi direttamente con il presidente della Juventus Andrea Agnelli.

Queste le incredibili dichiarazioni rese in giornata dal procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro, che è stato ascoltato in Parlamento dalla commissione Antimafia.

"Dai documenti che arrivano dalla procura di Torino - ha spiegato Pecoraro - si evidenzia che Saverio Dominello e il figlio Rocco sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco Pesce di Rosarno".

"E Rocco Dominello - ha continuato - ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione di biglietti e abbonamenti".

Poi Pecoraro ha snocciolato i cognomi dei dirigenti che avrebbero avuto "rapporti" con l'uomo della 'ndrangheta: Merulla (responsabile del ticket office), Calvo (responsabile marketing), D'Angelo (un manager) e il presidente Agnelli.

Frasi che hanno generato un botta e risposta tra il procuratore della Figc e Andrea Agnelli.

"Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è falso", la risposta su Twitter del presidente della Juve.

"Parlo sulla base degli atti della Procura", la controreplica di Pecoraro.

"Anche il direttore generale Marotta ha avuto contatti, seppure occasionali, col mondo degli ultras, ma non è stato coinvolto dalla conclusione indagini", ha concluso il procuratore Figc.

Ora la commissione Antimafia deve decidere se e quali dirigenti bianconeri convocare alle prossime udienze del comitato che indaga sugli intrecci tra mafia e sport.

Intanto, per il 23 marzo è fissata la prima udienza preliminare dell'inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel Torinese. Un filone dell'indagine sfiora la Juve, in quanto sono emerse le mire della cosca Bellocco Pesce sul bagarinaggio dei biglietti allo Juventus Stadium. Nessun dirigente bianconero risulta comunque indagato.

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