"Oggi possiamo affermare che la scelta di chiudere scuole e università, causa di molte polemiche, sta funzionando".

Ne è convinto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) ed esperto del Comitato tecnico-scientifico attivato sull'emergenza coronavirus.

La chiusura, ha detto in un'intervista al Corriere della Sera, "ha evitato assieme ad altre misure di rendere ancora più critica l'emergenza. Nei giorni immediatamente precedenti la scadenza del 3 aprile valuteremo la situazione. Siamo pronti a prorogare la sospensione didattica, se necessario".

Fanno "scuola", è il caso di dirlo, i casi delle ex zone rosse di Lodi e Codogno, dove grazie alla quarantena obbligatoria la riduzione dei casi è stata netta: "Quindi essere stringenti ci permette di contenere l'ondata e risparmiare vite e risorse. Più la pandemia rallenta, meno si gestisce in affanno col rischio di sprecare denaro".

Se c'erano perplessità, aggiunge lo specialista, "erano dovute alle novità presentate da un virus nuovo che mostra peculiarità singolari. I bambini, e parlo da pediatra, pur potendo infettarsi eccezionalmente o su basi anedottiche, sviluppano forme severe della malattia, ma non avevamo elementi certi per disegnare scenari. I nostri pareri sono valutati giorno per giorno, guidati da un unico obiettivo: ridurre l'impatto clinico-sanitario della pandemia".

"Se si fosse diffusa in modo più elevato dove la situazione è più difficile in termini di offerta di terapie intensive ai malati, non so come sarebbe finita. I dubbi che abbiamo avuto - chiarisce Locatelli - riguardavano i tempi, ma non l'effetto. E' innegabile che sia servito eccome nel rallentare la trasmissione del virus. Sapremo solo dopo in quale misura, 20-30%?".

(Unioneonline/D)
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