Dopo avere ucciso la moglie Piera Napoli, Salvatore Baglione, in carcere per il femminicidio, avrebbe pubblicato alcuni post su Facebook presi dalla pagina "Dna criminale".

"Il rispetto, gran bella parola peccato, non tutti ne conoscono il significato", si legge in uno. Ed ancora: "Non mostrare il tuo mare a chi non sa nuotare, non permettere a nessuno di rovinare la tua pace soltanto perché non trova la sua".

Piera Napoli è stata assassinata a coltellate domenica scorsa mentre era in bagno.

Ai carabinieri a cui ha confessato il delitto lui si è presentato con una felpa pulita ma con la maglietta e jeans sporchi di sangue. Aveva con sé un grosso trolley. Ha parlato di un raptus ma anche il giudice, come già il procuratore aggiunto Laura Vaccaro e il pm Federica Paiola, ritiene che si sia trattato di un omicidio premeditato.

Ad una vicina di casa la vittima aveva detto di avere paura che il marito potesse fare "qualcosa di pericoloso". Era "ossessionato", "la seguiva".

Per rimarcare la pericolosità e la violenza dell'uomo, nell'ordinanza con cui gli si applica la custodia cautelare in carcere, il magistrato ricorda quanto ha riferito la sorella agli inquirenti. Un mese prima Baglione si era ferito con un coltello alla pancia per rabbia.

"Sulla premeditazione non sussiste alcun dubbio - si legge nel provvedimento del gip- stante le oggettive modalità della condotta in provvisoria contestazione ed i contegni antecedenti". L'arma del delitto, infatti, trovata nell'appartamento - un coltello da macellaio con una lama di 20 centimetri - sarebbe stata portata in casa da Baglione che l'aveva presa nella macelleria in cui lavora.

"Emerge l'indole violenta dell'uomo che si fonda non solo sul gravissimo fatto in oggetto ma anche sugli altri episodi di manifestazione dell'aggressività: invero - scrive il gip - la contraria versione sostenuta, di un raptus, mostra tutta la sua debolezza. a carico dell'indagato".

"Gli iniziali sospetti - si legge ancora - lo avevano già indotto all'aggressività, alle minacce di morte ai danni della moglie, a comportamenti ossessivi volti a controllare la donna sino a quando, la notte prima dell'omicidio, l'uomo aveva visto la moglie mandare dei messaggi. La conferma della relazione extraconiugale da parte della vittima, si ritiene, abbia determinato l'uomo a porre in essere una condotta già programmata".

(Unioneonline/L)
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