I carabinieri accusati: "Traditi da un collega". E l'Arma chiede scusa alla famiglia
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel giorno in cui alla famiglia Cucchi arrivano le scuse dell'Arma, portate in prima persona dal Comandante Generale Giovanni Nistri, parlano anche i due carabinieri che avrebbero - stando a quanto affermato dal loro collega Francesco Tedesco - pestato a morte Stefano Cucchi.
"Ci sentiamo traditi", hanno affermato e Raffaele D'Alessandro. "Siamo innocenti, e tutto diventa doppiamente tragico se si aggiunge il tradimento di un collega. Un atteggiamento, il suo, dettato da ragioni di opportunità".
I due militari rischiano di essere destituiti. Lo ha detto chiaramente Giovanni Nistri: "Siamo pronti alla destituzione, ma non si parli di omicidio di Stato. Lo Stato non è responsabile dell'irresponsabilità di alcuni".
Di Bernardo e D'Alessandro, assieme al loro accusatore, sono a processo per omicidio preterintenzionale.
E vanno all'attacco di Francesco Tedesco, il militare che dopo nove anni di silenzio ha ceduto.
"Francesco Tedesco, fulminato sulla via di Damasco, ci ha messo dieci anni a dire certe cose. Ed è un co-imputato, quindi le sue dichiarazioni saranno sottoposte a un controllo obiettivo ed estremo. Se troveranno il conforto delle prove, allora ci confronteremo con questa realtà", ha detto il legale di Mandolini, accusato di calunnia e falso.
L'avvocato di Di Bernardo, accusato di omicidio, ha invece raccontato un episodio accaduto alla madre del suo assistito. "Questa mattina un uomo ha telefonato a casa della donna, sostenendo di chiamare dalla procura di Roma, e le ha detto: 'Pagherete violentemente per quanto accaduto'. La donna ha avuto un malore. È sconvolgente che tutta Italia giudichi Di Bernardo colpevole sulla base di mere dichiarazioni rese da un co-imputato del medesimo reato che per anni ha detto l'opposto e non sulla base di una sentenza. Creando così un clima d'odio".
(Unioneonline/L)