Dopo la svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Cucchi, seguita alle dichiarazioni del carabiniere Francesco Tedesco che ha accusato due colleghi del pestaggio del 31enne romano deceduto nell'ottobre del 2009, sul caso è intervenuto il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, in un'intervista a "Radio Capital".

"Forse si è aperto uno spiraglio di luce: mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell'autorità giudiziaria, ma noi siamo al fianco dell'autorità giudiziaria, perché è ora che siano accertate tutte le cause e le dinamiche di quanto successe quella sera", ha dichiarato.

"Quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilità, l'Arma prenderà le decisioni che le competono - ha sottolineato Nistri -, fino alla destituzione: non guarderemo in faccia a nessuno".

Il comandante ha però chiarito che parlare di "violenza di Stato è una sintesi giornalistica, ma non si tratta di una violenza dello Stato ma di alcuni appartenenti dello Stato: lo Stato non può essere chiamato come responsabile della irresponsabilità di qualcuno".

Nelle ultime ore nell'ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati seguiti alla morte di Cucchi sono stati iscritti nel registro degli indagati altri due militari: si tratta di Francesco Di Sano, carabiniere della stazione di Tor Sapienza, e del luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma. Colombo sarà interrogato la prossima settimana dai pm.

(Unioneonline/F)

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