Una bambina di tre anni è rimasta tetraplegica, sorda e ipovedente dopo un intervento per una malformazione cardiaca nel 2017 - quando aveva tre mesi - all'ospedale San Donato di Milano. E nessuno la rimborsa.

A parlare del caso è l'avvocato dei familiari della piccola Mario Cicchetti: "Il problema oggi è poterla curare e garantirle un'assistenza 24 ore su 24, ma dall'azienda ospedaliera non abbiamo ricevuto riscontri alle richieste di risarcimento".

Una disabilità "permanente" che, secondo la Procura di Milano, è stata causata da una somministrazione errata di farmaci da parte dei medici: i due che erano di turno all'epoca nell'ospedale sono già a processo.

"Abbiamo rivolto al San Donato una prima richiesta di risarcimento danni il 25 ottobre dello scorso anno, ma non abbiamo ricevuto riscontri e non ci sono stati forniti nemmeno gli estremi della compagnia di assicurazione. Il padre e la madre hanno abbandonato il lavoro per assistere la bambina, che ha bisogno di cure ad altissima specializzazione", spiega il legale.

I due medici sono imputati per "lesioni personali gravissime" consistite, come si legge nell'atto d'accusa, "in 'encefalopatia ipossico-ischemica', realizzatasi a seguito dei danni subiti dal sistema nervoso centrale a causa di una protratta condizione di 'bassa portata cardiaca'", da cui è derivata "malattia certamente o

probabilmente insanabile, consistita in invalidità permanente rappresentata da 'diffusa ipotonia, mutismo, tetraparesi, moderato danno della visione ed epilessia'".

Il giorno dopo l'intervento, stando all'imputazione, alla piccola furono somministrati "farmaci inotropi positivi ad alto dosaggio e in infusione continua", anziché "farmaci vasodilatatori".

La famiglia ha chiesto, costituendosi parte civile, "l'affermazione della penale responsabilità dei medici" e "la condanna in solido con il responsabile civile policlinico San Donato, al risarcimento di tutti i danni per 4 milioni di euro". L'avvocato sta anche avviando una causa civile.

I tempi della giustizia, si sa, sono lunghi. Per questo i familiari della piccola si aspettavano quantomeno un supporto dall'ospedale vista la gravità della situazione.

(Unioneonline/L)
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